Bruxelles punta la lente sul Grande progetto di Pompei, un'iniziativa da 105 milioni di euro, di cui 41,8 di provenienza Ue. E mentre l’Italia fa di tutto per accelerare le procedure e chiudere i lavori entro il 2015, Johannes Hahn, commissario alle Politiche regionali dice di essere "molto aperto a considerare un nuovo finanziamento per Pompei col quadro finanziario 2014-2020 sia sotto forma di progetto principale, come nel caso attuale, ma anche come parte di un programma più ampio, volto a promuovere il patrimonio culturale italiano ed il turismo”.
Tale apertura riscuote l'immediata risposta di Massimo Bray, ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. “Pompei – afferma – è una priorità del Governo e una risorsa per il Paese, faremo in modo che non perda i finanziamenti fin qui raccolti e ne abbia ulteriori, anche grazie all'Europa”.
Tra i progetti che la Commissione potrebbe finanziare ci sono anche il Palazzo Reale di Napoli ed il Parco archeologico di Sibari, in Calabria. "Se gli errori del passato non possono essere cancellati – argomenta Hahn – possiamo però riconoscere il legame tra il ripristino di siti e monumenti e la futura prosperità delle regioni più povere d'Italia. La conservazione di questi luoghi in tempi di crisi non è un lusso, ma un investimento strategico per il futuro dell'economia del Paese". In quest’ottica risulta fondamentale che l'Italia riesca ad assorbire i circa 682 milioni di euro delle politiche di coesione (di questi 505 di provenienza Ue) allocati per il programma ‘Attrattori di cultura’ (quadro finanziario 2007-2013). Fino ad oggi ne sono stati assorbiti il 24%. Bruxelles aveva infatti bloccato l'erogazione dei fondi poco dopo l'avvio del programma, inizialmente affidato ad alcune Regioni meridionali, con la Campania come capofila ed ora passato sotto la guida centrale di Roma.