“A Pompei si sta lavorando per restare nei termini fissati secondo l’action plan, che consentono di spendere le risorse entro la fine del 2015”. È quanto ha affermato Dario Franceschini, ministro di beni culturali e turismo rispondendo a una interrogazione di Rocco Palese, deputato Fi-Pdl.
Franceschini ha premesso che i 105 milioni della Ue “non chiudono definitivamente il problema di Pompei. Pompei è per decine di ettari all’aperto e questi interventi lasceranno comunque l’esigenza di un cantiere perennemente aperto, perché la sola manutenzione in un’area di quel tipo richiede interventi e fondi continui”.
Il ministro ha ricordato l’action plan siglato il 17 luglio con il commissario europeo Hahn, “che prevede scadenze ancora più rigide da rispettare, per spendere le risorse dell’Ue entro il 31 dicembre. Al momento – ha sottolineato – la spesa effettiva è di 4 milioni di euro, che è superiore ai 2,3 milioni di euro previsti in quell’action plan. Vi sono stati bandi, al lordo dei ribassi, per 90,2 milioni di euro. Si sono conclusi progetti per un valore, sempre al lordo dei ribassi, per 52,4 milioni di euro. Vi è una struttura, guidata dal generale Nistri, dg del progetto, e dalla soprintendenza speciale, che sta lavorando in tutti i modi e con tutte le risorse disponibili per restare nei termini fissati secondo l’action plan, che consentono di spendere le risorse entro la fine del 2015”.
“Ma Pompei – ha fatto notare Franceschini – ha un grande bisogno di interventi anche fuori del sito archeologico: parlo di strutture ricettive, trasporti, trasparenza. Una parte del lavoro è finalizzata a questo: entro Natale il direttore del Grande progetto Pompei convocherà quella struttura, che coinvolge i comuni dell’area circostante il sito archeologico, per fare passi avanti finalizzati a costruire ciò che vi è attorno a un grande attrattore culturale. Il tutto – ha precisato – è fatto con i massimi requisiti possibili di trasparenza degli atti amministrativi. Tutto è pubblico sul sito dell’Unità Grande Pompei. Vi sono controlli incrociati da parte di più soggetti, tra la prefettura, il rapporto con il Gruppo di lavoro per la legalità, che è previsto nel Grande progetto Pompei, e, attraverso esso, anche con l’Autorità anticorruzione, l’Anac, e, naturalmente, per quello che comporta la vigilanza, le competenze dei diversi Ministeri, a cominciare dal Ministero dell’interno”.