Ha preso vita il Napoli Convention Bureau, istituito nel capoluogo napoletano da venti imprenditori, tra cui alcuni albergatori napoletani, da Toto Naldi (Hotel Mediterraneo) a Sergio Maione (Vesuvio), fino al presidente di Confindustria Campania Costanzo Jannotti Pecci (Palazzo Caracciolo), ma anche TO, tra cui il presidente uscente della Cciaa, Maurizio Maddaloni.
La presidenza è stata affidata ad Armando Brunini, manager di Gesac.
“Venti imprese private – ha spiegato Brunini – hanno deciso di fare sistema per attrarre turismo congressuale che ha grande rilevanza, sia perché ha clienti alto spendenti e poi perché è destagionalizzato”.
Braccio operativo della società sarà Giovanna Lucherini, fiorentina, esperta del settore.
“La competizione internazionale – spiega Lucherini – per ospitare i congressi è fortissima. L’Italia era leader nel settore poi ha ceduto spazi ad altre città come Istanbul, Stoccolma. Punteremo sui mercati con gli eventi di media e grande dimensione, ci sono ampi spazi di crescita”.
In Italia tutto il Sud, isole comprese, occupa solo il 15% del mercato congressuale, una percentuale che Napoli punta ad aumentare anche per cogliere le opportunità dell’indotto, visto che ogni partecipante a un congresso lascia sul territorio circa 250 euro.
“Abbiamo fortemente voluto – spiega Savatore Naldi, presidente di Federalberghi – il Convention Bureau per il rilancio dell’economia e dell’occupazione nella nostra città. Siamo intervenuti anche a causa delle carenze e delle difficoltà, sia burocratiche che economiche, della pubblica amministrazione unendo le forze, senza individualismi o egoismi”.