giovedì, 27 Giugno 2024

Pompei, DIA indaga su infiltrazioni camorra

Bray: legalità e trasparenza cardini per la rinascita del sito

La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli punta la lente sui cantieri degli Scavi di Pompei per impedire infiltrazioni della camorra nelle ditte impegnate nei lavori di restauro del Grande Progetto Pompei. 
"Legalità e trasparenza sono due cardini della rinascita del sito", dice Massimo Bray, ministro dei Beni Culturali e Turismo, commentando la notizia.
"Finora – sottolineano fonti della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli – nessuna indagine ha fatto venire alla luce infiltrazioni dei clan. La Dia ha controllato due società e 20 persone che sono impegnate nell'attività di restauro della Casa delle Pareti Rosse, quella di Sirico e la Casa del Marinaio. Nei mesi scorsi erano finiti sotto i controlli i lavori della Casa dei Dioscuri e del Criptoportico".
I lavori di restauro dei 3 dei cantieri del Grande Progetto Pompei sono iniziati ad agosto e si propongono di restituire alla fruizione le domus, oggi non visitabili. 
"Gli interventi – spiega la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei – riguardano il consolidamento e l'integrazione delle murature, la sostituzioni delle parti degradate, la realizzazione di nuove coperture, la creazione di un adeguato sistema di smaltimento delle acque piovane. I cantieri delle domus di Sirico, delle Pareti Rosse e del Marinaio fanno parte, insieme a quelli delle domus dei Dioscuri e del Criptoportico, della prima tranche di lavori del Grande Progetto Pompei, partita nell'aprile del 2012. Con le altre gare bandite e in corso di espletamento, risultano ad oggi impegnati circa 30 milioni di euro di risorse europee".   
Soddisfatta la Soprintendenza ha per le attività di ispezione ai cantieri, poiché "le operazioni di controllo – spiega in una nota – sono volte a garantire la massima trasparenza nella realizzazione dei lavori di restauro e a evitare eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata, rappresentando un utile strumento di supporto all'applicazione del Protocollo di Legalità siglato dalla Soprintendenza con la Prefettura di Napoli". 

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