domenica, 19 Maggio 2024

Ue: entro estate facciamo il punto sul Grande Progetto Pompei

Il dado è tratto. Da Siracusa dove incontra i ragazzi delle scuole, il premier Matteo Renzi torna a battere sulla ferita aperta di Pompei e lancia la sfida agli imprenditori. "E' inaccettabile che si continui a far finta di niente se mentre La Grande Bellezza vince l'Oscar, c'è un muro di Pompei che crolla". Una sfida che il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sembra accogliere ricordando al premier "i tanti imprenditori che hanno fatto il proprio dovere'' come Diego Della Valle per il Colosseo. "Sicuramente – ha detto il leader degli industriali – si possono trovare volontà imprenditoriali per mettere in sicurezza il patrimonio del Paese".
Intanto, però, dopo l'apprezzamento per gli interventi decisi dal ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini, Bruxelles punta ancora il dito sull'Italia. "Le autorità locali, regionali e nazionali devono fare di più e coordinarsi meglio per garantire che il denaro che viene speso sia utilizzato in modo efficace, e che Pompei sia salvata per le generazioni future", fa notare la commissaria Ue alla Cultura Androulla Vassiliou.
Mentre il commissario Ue alle politiche regionali Johannes Hahn annuncia: "entro l'estate faremo il punto sulla situazione del Grande Progetto Pompei". I tempi ormai sono strettissimi. Il termine fissato per il completamento delle opere previste dal progetto finanziato in gran parte dalla Ue (i 105 milioni sono frutto di un cofinanziamento tra Italia e Europa, che ha aumentato la sua quota partecipando con 75mln) scade a dicembre 2015. E i cantieri aperti al momento sono 5 su 39. Anche se il commissario Hahn non sembra pessimista: "Due terzi delle gare di appalto del Grande progetto Pompei, per un ammontare complessivo di circa 73,8 milioni di euro, sono in corso o sono già state eseguite – spiega il suo portavoce – la parte restante, per un valore di oltre 30 milioni di euro, è in corso di definizione".  
A Pompei però il nuovo soprintendente Massimo Osanna, ieri al suo primo giorno di lavoro nel sito, si dimostra più che cauto: "Credo che spendere tutti i fondi entro il prossimo anno sia difficile. Finora sono stati spesi circa 40 milioni, serve una proroga". Mentre accanto a lui il direttore generale delle antichità, Luigi Malnati, ricorda ancora una volta la carenza di operai, indispensabili per provvedere alla manutenzione ordinaria.

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