giovedì, 28 Marzo 2024

Rifiuti, lo sfogo di un albergatore salernitano

L’opinione

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un albergatore salernitano che svolge la propria attività nel Parco Nazionale del Cilento, nella provincia di Salerno.
“Il nostro è un territorio nemmeno sfiorato dalla deplorevole situazione rifiuti che sta invece devastando l'intera nostra regione. Eppure, a livello mondiale siamo stati lasciati alla mercè di testate giornalistiche in cui l'intera Campania appare seppellita dalla spazzatura e prossima allo scoppio di una apocalittica epidemia! Notizie dall'effetto dirompente di una bomba atomica. Una esplosione mediatica negativa che non smette di procurare danni ingenti giorno dopo giorno all'immagine ed all'economia di tante serie e laboriose aziende.
Voglio sorvolare, poi, sull'altra meschina azione demolitrice delle regioni italiane resa dal loro rifiuto a collaborare col governo… Un governo che, a mio avviso, avrebbe dovuto imporsi ed intervenire con determinazione e che sembra restare a guardare tutto a diplomatica distanza. E non finisce qui! Dulcis in fundo, ecco la scorretta azione della Confturismo Veneta col suo invito "Noi non siamo come Napoli. Venite da noi", rivolto ai turisti tedeschi. In un momento politico, economico e sociale tanto delicato per il nostro Paese, questo tipo di operazione denigratoria e diffamante serve solo ad alimentare ulteriori dissenzi, contrasti e conflitti sia tra noi del settore turistico che tra tutti gli italiani. Auspico che ci sia al più presto una sorta di pausa in questo marasma colossale. Che ci sia un sereno momento di riflessione e di ricostituita unione. Pertanto, invito le istituzioni, tutti gli apparati e le associazioni di categoria a muoversi concretamente, senza perdersi in improduttive chiacchiere ed inutili vuote promesse. Sia ben chiaro a tutti noi che, da oggi, la vera emergenza è varare un piano di recupero d'immagine della nostra regione da lanciare al mondo intero. Le aziende campane sono davvero già in ginocchio. Ora, corrono il rischio che ci sia solo la successiva morte economica con la conseguenza della perdita di migliaia di posti di lavoro”.

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