Aeroporto Rimini in cerca delle ‘nuove’ Russie

La nuova strategia dell’aeroporto Fellini di Rimini è quella di ‘trovare le nuove Russie’. A delinearla è l’AD di Airiminum, Leonardo Corbucci. Fino a prima della pandemia i principali mercati di riferimento per Rimini erano innanzitutto la Russia, e a seguire l’Ucraina. Il recente conflitto costringe lo scalo romagnolo, e tutto il territorio, a rivedere le proprie strategie. A fine marzo dal Fellini sono ripartiti i primi voli con Ryanair. Questa settimana  sarà la volta di Wizzair.
“Aspettavamo altre compagnie, le classiche nostre: russe, ucraine, anche la Bielorussia – spiega Corbucci – Credo che quest’anno dovremmo farne a meno”.  A inizio anno le prospettive erano quelle di chiudere il 2022 “avvicinandosi ai 500.000 passeggeri, grazie soprattutto alla spinta della compagnia russa Pobeda. Tutto saltato. Comunque supereremo i 200.000 passeggeri, che per un aeroporto come quello di Rimini non è un grande numero, ma è comunque tre volte il numero del 2021 – precisa l’AD – È evidente che il modello di business dell’aeroporto di Rimini è sempre stato orientato verso quel mondo, cioè l’Europa dell’Est. Le recenti situazioni ci stanno spingendo a ridisegnare le linee strategiche per i prossimi anni. La prima è il mercato low-cost. Oltre alle due compagnie già citate, l’anno prossimo dovrebbero arrivarne altre due – anticipa Corbucci – La seconda strada è il collegamento con Roma che consentirebbe di portare su Rimini tutta una serie di altre destinazioni che giocoforza non riusciremo mai a collegare. Ma la linea principale è appunto trovare le ‘nuove Russie’, ovvero quei mercati che hanno un numero di abitanti rilevante, che possano identificare Rimini come un loro punto d’approdo in Europa, come è successo con la Russia vent’anni fa. Prima della pandemia doveva partire il nuovo volo per l’Iran. Un’idea ce l’abbiamo già in mano”, rivela il gestore  che su questo fronte promette risultati già nelle prossime settimane.

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