Il cda di Sab, società di gestione dello scalo di Bologna, ha deciso di non proseguire nel percorso di integrazione con gli aeroporti di Forlì e Rimini. La decisione è scaturita alla luce dei risultati di uno studio realizzato con il supporto dell'advisor PricewaterhouseCoopers. L'analisi pone a confronto, fino al 2044, i risultati conseguibili dalla società aeroporto di Bologna da sola con quelli di un'entità derivante dall'integrazione con le società Seaf (aeroporto di Forlì) ed Aeradria (aeroporto di Rimini). Da ciò si evince una non convenienza per Sab, i suoi azionisti ed il suo territorio, di una ipotetica integrazione con Forlì, mentre per quanto riguarda Rimini, le aree di rischio individuate, in assenza di approfondimenti, non consentono, allo stato attuale, di assumere una posizione positiva.
In particolare, un'integrazione di Sab con Seaf, trasferendo traffico a Forlì, innalzerebbe il livello di rischio di Sab e potrebbe generare effetti negativi sul territorio bolognese in chiave economica, occupazionale e di accessibilità. In uno scenario nel quale i collegamenti punto a punto rappresentano un elemento essenziale per favorire la mobilità territoriale, si assisterebbe ad un repentino scadimento dell'offerta di collegamenti diretti da e per Bologna con ripercussioni per i passeggeri.