Una ripresa che rappresenta ‘una boccata d’ossigeno’ per il turismo emiliano-romagnolo settore in cui appaiono necessari “una seria programmazione e interventi decisi per ritornare alla normalità perduta”. È quanto emerge da un’indagine commissionata da Assoturismo Confesercenti Emilia-Romagna al Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 512 imprese ricettive della regione. “La ripresa c’è stata, ma le difficoltà nella gestione delle nostre imprese sono state elevatissime – afferma Fabrizio Albertini, presidente Assohotel Confesercenti Emilia Romagna – il reperimento del personale in primo luogo. Sostegni alle imprese in difficoltà e una politica di investimenti sulla formazione professionale per il settore sono le misure ritenute indispensabili per dare prospettive concrete di ripresa”.
Nel corso del trimestre estivo negli hotel e nelle altre strutture ricettive, viene evidenziato nell’indagine “sono stati registrati 20,1 milioni di pernottamenti, cioè il +37% rispetto al trimestre 2020. Le stime indicano in oltre 2,4 milioni le presenze dei turisti stranieri (+41,7%), mentre i pernottamenti degli italiani supererebbero i 17,7 milioni (+36%). Ad ogni modo, se si confrontano questi dati, con l’estate 2019 i numeri raccontano di una stagione al di sotto di quella che si può considerare la normalità, con 4 milioni in meno di pernottamenti rispetto al 2019 (-16%)”.
Guardando al territorio sulla Riviera si è registrato un aumento stimato delle presenze, sul 2020, del 37% per un totale di oltre 17,7 milioni, (+41% gli stranieri, +37% gli italiani). Rispetto al 2019 però, si riporta una diminuzione del 14,7%. Nelle città d’arte il trimestre ha segnato un +39,8% dei pernottamenti, pari a oltre 1,1 milioni sul 2020, (+38% le presenze italiane, +45% quelle straniere). Rispetto al 209 il dato segnerebbe ancora un -36,6%. Per quanto riguarda le località termali il trimestre si attesta al +38,4% sul 2020 (+44% gli stranieri, +38% gli italiani) per 270.000 presenze stimate: rispetto al 2019 il dato segnerebbe ancora un -29,6%. Sull’Appennino la stima è di una crescita del 28,3% rispetto al 2020 (+28% gli italiani, +39% gli stranieri) per 405.000 presenze stimate in calo del 3,9% sul 2019.