Pontremoli, nel circuito dei Castelli del Ducato, si prepara ad accendere i suoi tradizionali falò: il 17 gennaio quello di San Nicolò sul greto del fiume Magra e il 31 quello del santo patrono sul greto del torrente Verde. È l’occasione per partecipare a due eventi molto suggestivi, dove anche i visitatori e i turisti si sentiranno parte della comunità pontremolese.
L’iniziativa fa parte del nuovo progetto dell’Associazione Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli dal titolo ‘Ambasciatori del Territorio’ (www.castelledelducato.it): un format con il patrocinio di Parma 2020 Capitale della Cultura Italiana ed il contributo di Fondazione Cariparma e Destinazione Turistica Emilia PTPL. Punta a generare un racconto corale del territorio.
Sono in programma, tutto l’anno, nel circuito Castelli del Ducato, da 50 a 100 ‘esperienze culturali uniche’ in luoghi meravigliosi – non soltanto rocche, fortezze, manieri del circuito ma anche borghi, sentieri naturalistici, botteghe, spazi di degustazione e musei – dove i partecipanti sono accompagnati da speciali Ambasciatori del Territorio. Gli Ambasciatori raccontano ‘casa loro’ in visite guidate esclusive ed emozionali, spiegando storia e identità dei propri luoghi, perché li amano, li vivono e li condividono. Il progetto punta sul concetto di brand identity ‘voce narrante’ e risponde all’esigenza di definire come narra Parma2020 ed Emilia2020: i Castelli del Ducato lo fanno in modo originale. Gli Ambasciatori del Territorio sono i primi protagonisti della “cultura dell’accoglienza” indirizzata alle logiche del turismo.
Completa il progetto una nuova pubblicazione di circa 150 pagine che racconta ‘il viaggio tra i Castelli del Ducato tra curiosità e segreti’ dal passato ad oggi, in cerca di tesori dal valore inestimabile. Narra di legami di famiglia, personaggi sorprendenti, stanze e giardini per emozionare, stupire, incantare il lettore.
“Si può seguire passo dopo passo la costruzione delle due gigantesche pire che verranno accese nelle due giornate e vivranno di un confronto vivissimo – spiega la sindaca di Pontremoli Lucia Baracchini – l’andamento del fuoco sarà occasione di previsione e di valutazione, di piacere e di orgoglio, sia per che assiste che per chi sostiene o addirittura partecipa al grande lavoro. L’atmosfera assolutamente unica dell’esperienza è accompagnata dalla descrizione della storia della città che ha accompagnato il realizzarsi e l’affermarsi di queste esperienze”.
A Pontremoli i primi falò di cui si ha testimonianza risalgono al 1529 e, da allora, la tradizione ha sempre rinnovato il rito del fuoco, a cavallo tra religione e paganesimo. Sono veri e propri spettacoli fatti con pire di legna monumentali, durante i quali le due fazioni intonano veri e propri cori l’affluenza nella Città di Pontremoli raggiunge le migliaia di persone. Una disfida tra due rioni che in molti riconducono alla lotta tra Guelfi e Ghibellini, che a Pontremoli era così sentita da costringere l’allora signore Castruccio Castracani a costruire una sorta di cortina che dividesse in due il borgo e le due opposte fazioni: i Guelfi nel Sommoborgo, i Ghibellini nell’Imoborgo.