Il nuovo ddl sulla valorizzazione delle strutture alpine del Friuli Venezia Giulia punta principalmente sulla sicurezza nella pratica dell'escursionismo sportivo e turistico e sulla messa a sistema di attività svolte oggi separatamente dalle istituzioni pubbliche e dagli amanti della montagna. Il ddl è stato approvato dalla giunta e ora inizierà l’iter consigliare che Antonio Zambon, presidente regionale del Cai, ha auspicato sia “liscio e veloce salvo eventuali migliorie”.
Il ddl è stato illustrato a Trieste da Federica Seganti, assessore regionale alle attività produttive. “Si tratta di una legge che ha valenza prevalentemente turistica – ha confermato – ma tiene comunque conto di molteplici aspetti e punta ad incrementare la conoscenza dell'ambiente montano anche dal punto di vista culturale e sportivo. In regione esistono infatti 30 bivacchi, 18 rifugi, una settantina di sentieri attrezzati e ferrate, oltre a 5.600 km di sentieri alpini che rappresentano un patrimonio caro ai 18.500 iscritti al Cai Friuli Venezia Giulia, ma costituiscono anche un'importante attrazione per gli amanti della montagna che scelgono di fare vacanze attive nella nostra regione. In termini turistici – ha concluso – la valorizzazione prevede un Elenco regionale di tutte le strutture alpine e promuove gli interventi e le attività a favore delle medesime attraverso il binomio Cai – Regione, già presente in diverse convenzioni ma mai formalizzato in maniera strutturata”.