“Non basta avere un patrimonio ma bisogna saperlo organizzare, gestire e saperlo rendere fruibile. In ogni caso il mio appello è voler bene a Roma”. Lo ha detto Roberto Necci, presidente del centro studi Federalberghi Roma, a margine del convegno sulla presentazione delle analisi della domanda turistica nazionale e internazionale di Roma e Lazio a proposito dell’appello all’Unesco per lo stato del centro storico di Roma.
“Roma sta vivendo una nuova vita anche perché mancano destinazione alternative. Non ho uno sguardo positivo perché devo essere realista e come presidente del centro studi devo attenermi ai dati: a Roma si concentra un turismo che va da aprile a ottobre ma per ben 5 mesi su 12 il mercato è fermo – spiega Necci – L’eccesso di offerta non verrà colmata nei prossimi anni e anche se ho l’augurio di essere smentito dai fatti ad oggi siamo diventati quasi come strutture stagionali, come un albergo della costiera romagnola. Roma dovrebbe intercettare un mercato annuale e non solo in questi pochi mesi”.
Il vicepresidente FederAlberghi Roma parla della necessità di implementazione dei congressi aggiungendo inoltre che il settore alberghiero e il turismo in generale “pagano il prezzo non solo del Covid o della guerra ma anche della mancanza di organizzazione della città. Abbiamo un ritardo di natura infrastrutturale – ha sottolineato – L’attuale amministrazione sta facendo degli sforzi ma ad oggi”lo stato dei trasporti pubblici, della raccolta dei rifiuti piuttosto che il sistema urbano, ha delle lacune che non favorisce determinati flussi turistici. Quindi quando mi viene detto cosa possiamo fare per i turisti io rispondo sempre: non dovete fare nulla, fate delle politiche per la città”.