L’Associazione Property Managers Italia, associazione nazionale della ricettività turistica residenziale, accoglie con favore il nuovo regolamento del comune di Roma che obbliga i portali online ad agire da sostituti d’imposta per il versamento della tassa di soggiorno per gli affitti brevi a partire da gennaio 2020, ma pone 2 interrogativi sulle modalità di riscossione e di identificazione: il comune di Roma ha introdotto un nuovo codice identificativo, il CIU, che in queste giorni viene trasmesso via PEC ai titolari delle strutture ricettive e delle case vacanze, che si aggiunge a quello già in uso nella regione Lazio.
“Sono perplesso, almeno quanto i titolari di strutture ricettive, nel vedere l’ennesimo codice identificativo, stavolta comunale, introdotto senza alcun preavviso o pubblicazione del relativo provvedimento – dice Sergio Lombardi, Esperto Fiscale dell’Associazione Property Managers Italia – Ci auguriamo che sia realmente utile all’identificazione di chi è tenuto a versare l’imposta di soggiorno e non un semplice aggravio amministrativo dall’utilità non immediata”.
Il presidente dell’associazione Property Managers Italia Stefano Bettanin aggiunge: “è sicuramente positivo che una grande città come Roma abbia raggiunto l’accordo per riscuotere in maniera efficace l’imposta di soggiorno, un provvedimento che permetterà di scremare l’abusivismo sui portali e ottenere risorse per migliorare i servizi al turista nella Capitale. Dato però che l’imposta potrà essere riscossa solo dai portali che gestiscono il pagamento in anticipo, speriamo di non assistere semplicemente a una fuga dai portali per evitare l’obbligo”.