Il 22 giugno apre i battenti la XI edizione di VisTuscia. Un percorso che per molti aspetti si identifica con le impostazioni che vengono dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ma che poi fa proprie adeguandole all’offerta del territorio. L’idea, nata nel 2015 con l’Expo, portò ad una nuova e per certi aspetti inedita formula, quella di ‘VisiTuscia in Tour’ che negli anni successivi è proseguita con l’Anno dei Cammini (2016), l’Anno dei Borghi (2017) e l’Anno del Cibo (2018). Il 2019 è stato dichiarato l’Anno del Turismo Lento, ovvero quel turismo che “promuove la qualità e l’esperienza contrapponendosi al turismo di massa, veloce e di consumo che poco valorizza le tipicità di un luogo”. Una nuova modalità di viaggiare, rispettosa dell’ambiente e molto attenta alle modalità: in particolare ai tempi, ai modi, ai luoghi, alle destinazioni, alle strutture dell’ospitalità, ai mezzi di trasporto. Una filosofia insomma, perfettamente in linea con i fini che VisiTuscia persegue e che il territorio offre.
“Il turismo lento – dice Vincenzo Peparello, Patron di VisiTuscia – nasce per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale, o meglio dal ‘turismo di massa’, e rilanciarli in chiave sostenibile, favorendo esperienze di viaggio innovative. La Tuscia, la regione che oggi si identifica in massima parte con la Provincia di Viterbo, ma comprendente anche parte della provincia di Roma e zone della bassa Toscana, sembra poter dare le risposte più significative a questa esigenze. E non solo perché attraversata dalla Via Francigena che la percorre interamente da Proceno a Monterosi, quanto perché in possesso di tutte quelle peculiarità necessarie per la pratica di un turismo lento, nell’accezione che conosciamo: laghi (Bolsena e Vico), monti (Cimini), borghi medievali (l’elenco sarebbe infinito), riserve naturali (Selva del Lamone, Monte Rufeno, Bracciano Martignano), ferrovie storiche e treni d’epoca, senza dire dei numerosi Bed and Breakfast agriturismi dimore storiche e confortevoli piccoli alberghi, in luoghi di grande interesse storico e paesaggistico, fattorie didattiche (la Tuscia è un territorio ancora a prevalente economia agricola) e alberghi diffusi. Senza sottacere l’enogastronomia, una delle punte di diamante della Provincia di Viterbo e della Regione”.
A confortare la scelta degli organizzatori sono intervenute recentemente alcune indagini riguardanti il ‘Silver Tourism’, quel particolare turismo che riguarda gli ‘over 65’ tra le cui preferenze c’è proprio un turismo più attento ai luoghi e alle modalità del suo svolgersi. Si tratta di un segmento in forte crescita che nel 2030 raggiungerà in Europa i 140 milioni di turisti rispetto ai poco meno di 42 milioni di qualche anno fa. Solo quest’anno secondo le analisi della SWG CST e GNAM GLAM elaborati per conto della Fipac-Confesercenti, i nostri connazionali, appartenenti a questa categoria, che andranno in vacanza nei mesi estivi saranno 7,5 milioni per un giro di affari di 5,8 miliardi di euro. Ed essendo anche emerso che l’86% dei turisti si affida ad un TO oppure ad una adv, VisiTuscia sta predisponendo dei pacchetti di viaggio che verranno veicolati attraverso la stampa di settore e che costituiranno l’oggetto delle trattative che vedranno impegnati gli operatori della domanda e dell’offerta nel corso del Workshop itinerante che si svolgerà dal 18 al 20 ottobre.
La manifestazione aprirà i battenti sabato 22 giugno, alle 10.30, con una Conferenza Stampa promossa e organizzata dal CAT-Confesercenti di Viterbo e dalla Rete d’Impresa ‘Enjoy Viterbo’ che si terrà presso la Sede ‘Spazio Attivo’ (Via Faul, 20/22 – Viterbo) dal titolo ‘L’enogastronomia e il Turismo della Terza Età. Risorse e opportunità della Silver Economy’.
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