C'è anche la possibilità di introdurre una tassa di 10 euro per chi soggiorna negli alberghi romani tra le misure per agevolare il rientro dei debiti di Roma Capitale. La novità, previste dalla bozza della manovra approvata in consiglio dei ministri, non scatterà automaticamente con il decreto, ma rappresenta una possibilità. Che comunque ha fatto sobbalzare sulla sedia gli operatori turistici. In primis, Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che ha bollato la proposta come "assurda". A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato il sindaco Gianni Alemanno, che ha parlato di "notizie imprecise e destituite di fondamento". L'idea di un contributo di soggiorno – peraltro non nuova, visto che era stata ventilata già a settembre dell'anno scorso – dovrà essere applicata su quelle "strutture ricettive di Roma fino all'importo massimo di 10 euro per notte per soggiorno", il tutto commisurato alle 'stelle' assegnate all'albergo. Prospettiva che è sembrata decisamente funerea a Bernabò Bocca, il quale a stretto giro ha replicato spiegando che "é incredibile che anziché penalizzare quelli che visitano Roma di passaggio, senza lasciare alcuna ricchezza, finiscano nel mirino i turisti che invece arricchiscono la città soggiornando negli alberghi". Sulla stessa linea anche il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli: "è un clamoroso autogol economico", ha spiegato, "si tratta di un'idea altamente diseconomica con delle pesanti ricadute", tra cui "migliaia di lavoratori in cassa integrazione e aziende che chiuderanno a Roma, fuori dal circuito turistico internazionale".