I turisti sono solo un miraggio nell’estate ligure. Meno 10% nell’imperiese, meno 3-4% nel resto della regione. Con l’exploit, invece, di Genova, che tiene e anzi aumenta un poco il proprio volume turistico.
“Le ripercussioni del meteo poco favorevole si fanno sentire, eccome – ammette Angelo Berlangieri, assessore regionale al Turismo – La zona più colpita, proprio per la vocazione soprattutto balneare, è l’imperiese. “Tra chi non è arrivato e chi ha anticipato le partenze, per colpa delle piogge o del clima pazzo, la flessione turistica, rispetto all’anno scorso, è del 10%. Un dato ancora molto parziale e spannometrico, ma l’indicazione è questa”.
A soffrire meno il savonese e la riviera di Levante, che da sempre hanno diversificato l’offerta turistica, e registrano un trend negativo, ma meno deciso. Un colpo al cuore per la Liguria che, ad inizio stagione, attendeva una netta ripresa con un vero e proprio boom di prenotazioni.
“A primavera, le cose andavano benissimo – commenta Berlangieri – e le prenotazioni per l’estate aumentavano, sia da parte degli stranieri, sia da parte degli italiani. Tra l’altro, segnando un’importante contro-tendenza, visto che gli italiani latitavano negli ultimi anni. Invece, sia per le reali condizioni metereologiche, sia per i continui e talvolta infondati allarmismi dei previsori, alle strutture ricettive sono cominciate ad arrivare le disdette. Che, sommate alle partenze di chi, a causa del tempo, accorciava la vacanza, hanno cominciato a fare segnare l’andamento negativo”.
Berlangieri, seppure non duro come gli emiliani, se la prende con chi “ha annunciato nubifragi anche quando poi il sole splendeva”.
La Liguria ha registrato una flessione degli accessi alle strutture balneari del 40% a giugno e, addirittura, del 50% a luglio, rispetto allo scorso anno (dati diffusi ieri dal Sib, sindacato italiano balneari). In Campania, hanno registrato nel mese di luglio il 70% in meno. Hanno retto, o attutito, il colpo i territori che offrono soluzioni turistiche diversificate come le Cinque Terre o il Finalese. Le prime, scelte per fare trekking, il secondo, premiato per la vocazione sullo sport e il free climbing. Genova, invece, continua ad attrarre turisti. Non soltanto non perde punti, rispetto alla scorsa stagione estiva, ma pure sta superando la performance dell’anno scorso, confermando che il turismo, nella nostra in città, sta diventando la prima grande industria. “È stata una scelta vincente proporre Genova sul piano internazionale – spiega l’assessore – ciò che svela e il territorio nel quale è incastonata la stanno facendo andare benissimo, del resto è davanti agli occhi di tutti: basta passeggiare per le strade in questi giorni e si fatica a sentire parlare italiano, tra francesi, tedeschi e russi. Anzi, il tempo instabile ha probabilmente dirottato, seppur in piccola parte, il turismo balneare sul turismo culturale, dalle riviere in città”.
Cambiamenti anche per la geografia dei flussi turistici in arrivo: se i cittadini in arrivo dalla Russia erano in pole position, da qualche mese sono passati al secondo posto. “Adesso, al primo posto ci sono i turisti francesi – dice Berlangieri – poi i russi e stanno aumentando tedeschi e austriaci. Nell’estremo Levante, tengono gli americani. Pochissimi arrivi dalla Cina e dal Giappone, mercati ancora lontani e faticosi da conquistare”.
Berlangieri suggerisce di utilizzare questa estiva non proprio positiva come sprone per indirizzare le scelte (e gli investimenti)sul turismo della Regione. “Ecco perché dobbiamo proseguire sulla strada, intrapresa da tempo – riflette l’assessore – con la differenziazione delle offerte turistiche, valorizzando le tante vocazioni diverse che ha la fortuna di avere il nostro territorio. Ecco perché è importante la pista ciclabile nel Ponente, perché il turismo fatto di un mese in albergo o nella casa in affitto, al mare, non esiste più, o è in estinzione. Adesso il turismo è dinamico, si attende esperienze diversificate e di alta qualità. Questa è la nostra sfida. Il tempo, quello, non dipende da noi”.