venerdì, 22 Novembre 2024

Cresce il long stay a Milano: prenotazioni a +100% nel I trimestre 2019

Sono sempre di più i viaggiatori che scelgono Milano per lavoro o per esperienze di altro tipo, studio e formazione in primis, fermandosi in città per un tempo disteso, dai 3 ai 6 mesi. L’Ufficio Studi di Italianway (https://www.italianway.house/) registra un +100% relativamente alle prenotazioni di immobili affittati a Milano in regime di long stay (fino a 18 mesi) nel primo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Buono il trend sul ‘Salone del Mobile’ che fa registrare il consueto sold out con tassi di riempimento del circuito Italianway pari al 95%, verso l’88% della media delle strutture ricettive di Milano. Le tariffe si registrano in linea con lo scorso anno, quindi non c’è stato né un aumento speculativo, né una diminuzione dovuta all’aumento dell’offerta. La finestra di prenotazione si è accorciata notevolmente in quanto nel 2018 le prenotazioni venivano bloccate anche con 9 mesi di anticipo mentre quest’anno il grosso delle prenotazioni si è avuto negli ultimi 3 mesi.

L’azienda, che punta a chiudere il 2019 con un turn over di 13 milioni di euro (dopo aver chiuso con successo il 2018 con 11 milioni di giro d’affari) ed ha l’obiettivo di arrivare a 22 milioni nel 2023, ha lanciato a fine gennaio il primo franchising italiano del vacation rental ed è la prima società di property management sulla piazza di Milano con 500 immobili gestiti attualmente (1000 nel giro di 5 anni).

Italianway vanta inoltre un doppio primato fiscale che la vede al primo posto, nel suo settore, dopo la sola Airbnb come contribuente di Palazzo Marino (500 mila euro entro fine 2019; 5 milioni di euro nell’arco dei prossimi 5 anni) per imposta di soggiorno raccolta e versata, e dell’Agenzia delle Entrate per cedolare secca (1,5 milioni nel 2019;10 milioni di euro nell’arco dei prossimi 5 anni), “dati che raccontano dell’ottimo stato di salute della nostra azienda – commenta l’ad Marco Celani – che punta ad accogliere, nelle seconde case inutilizzate degli italiani che stiamo riportando a nuova vita in tutto il Paese, 300 mila viaggiatori entro la fine dell’anno che contiamo diventino 5 milioni entro il 2023, di cui 750 mila solo a Milano”.

“Quello che emerge dai dati del nostro Ufficio Studi – fa sapere Davide Scarantino, Founder di Italianway – è che se lo short stay cresce costantemente con il tempo medio di permanenza in città che si è allungato (+ 24% in termini di durata media del soggiorno arrivando a 2,6 notti nel 2018), per il long stay registriamo una vera e propria impennata nelle prenotazioni”.
“Si tratta per lo più di manager italiani di grandi aziende europee che rientrano per effetto della Brexit – aggiunge Celani – e che ci chiedono appartamenti arredati in maniera funzionale e moderna, solitamente trilocali ma soprattutto che siano in posizione strategica rispetto ai collegamenti urbani per potersi spostare agevolmente. Per altro il long stay è una formula che piace sempre di più ai nostri proprietari: hanno ben capito che si tratta di locazioni a termine senza rischio credito ed in cui non si perde mai la disponibilità del bene. In termini economici c’è più stabilità negli incassi a fronte di una redditività appena inferiore allo short stay”.

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