La Confcommercio di Pesaro e Urbino critica fortemente la decisione del Comune di Pesaro di applicare l'aliquota massima dell’Imu per gli immobili destinati ad attività produttive (negozi, alberghi, laboratori artigiani e industriali). Per l’associazione si tratta di “una mazzata insostenibile per le imprese”. “L’applicazione al massimo, al 10,6 per mille, dell’Imu per le attività economiche – dice Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio – unitamente all’attuale difficoltà economica delle imprese, alla crisi dei consumi e della produzione ed alla tassa di soggiorno per il turismo, non è sostenibile per le aziende della città di Pesaro”.
Varotti condivide l’intervento della CNA in merito all’aliquota per le attività produttive. “In un recente incontro in Comune ci era stato detto che non poteva esserci alcuna differenziazione tra le seconde case e gli immobili strumentali delle imprese. In realtà anche noi, come la CNA, abbiamo verificato che diversi Comuni pur avendo applicato l’aliquota massima sulle seconde case, ha differenziato e quindi, giustamente, diminuito l’aliquota per negozi, alberghi e immobili artigiani. Chiediamo che questo sia fatto anche a Pesaro. Qui si rischia veramente di far chiudere centinaia di attività”.