Rischiano di essere chiusi 15 dei 46 aeroporti aperti ai voli commerciali, bollati dall'Atto di indirizzo del ministero dello Sviluppo economico "non di interesse nazionale". Eppure, secondo uno studio di Unioncamere, questi aeroporti 'minori' sono al servizio del territorio e la loro chiusura causerebbe un danno economico di 52 milioni di euro, considerando quelli con traffico fino a 2 milioni di passeggeri annui.
Insomma una chiusura che farebbe male al territorio, spiegano le Camere di commercio che proprio per sostenerlo hanno investito quasi 110 milioni con 35 partecipazione nelle 46 società di gestione degli aeroporti considerate dal Piano nazionale dei trasporti, pari al 15% del capitale totale.
"Il riordino del sistema aeroportuale non può essere fatto su conti ragionieristici – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – bisogna considerare i costi-benefici e non i costi-ricavi delle strutture".
I 15 aeroporti a rischio sono Cuneo, Aosta, Brescia, Brescia, Albenga, Forlì, Parma, Grosseto, Marina di Campo (Elba), Perugia, Foggia, Taranto, Crotone, Comiso e Tortolì; nel 2012, hanno registrato un traffico passeggeri di 1.106.230 persone, nel 40,5% dei casi con voli nazionali, nel 59,5% con tratte internazionali. La scelta di questi siti "minori" dovrà essere confermata in sede di Conferenza Stato-Regioni.