Affitti brevi, arriva la sentenza contro i comuni


“L’attività di locazione di immobili, anche a finalità turistica, che sia esercitata in forma non imprenditoriale, non è soggetta a poteri prescrittivi e inibitori della pubblica amministrazione”. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, bocciando una sentenza del Tar della Lombardia, sezione distaccata di Brescia, che aveva “erroneamente riconosciuto al Comune di vietare la stipula di contratti di locazione a finalità turistica”.

Un duro colpo per le amministrazioni che stanno provando a regolare il fenomeno degli affetti brevi, che sta creando una vera e propria emergenza abitativa in molte città italiane, Firenze in testa, dove la sindaca Sara Funaro non intende fermarsi: “continueremo ad andare avanti”.

La vicenda trae origine dal ricorso della proprietaria di un’immobile a Sirmione che si era vista inibire l’esercizio dell’attività di locazione turistica da un regolamento. Il Comune sul lago di Garda era stato il primo in Italia a dare regole stringenti a chi mette a reddito i propri immobili per affitti brevi. Tra gli obblighi, contestati dai proprietari di case, mettere a norma lo stabile, dedicare una stanza su 4 a persone disabili e avere a disposizione un posto auto a breve distanza per appartamenti fino a 55 mq e 2 sopra tale soglia. Su quel regolamento si era espressa parzialmente a favore una sentenza del Tar che ora il il Consiglio di Stato boccia. Diversi passaggi della sentenza 2928/2025 del Consiglio di Stato sottolineano infatti che le locazioni turistiche non sono equiparabili alle strutture ricettive. Di conseguenza, l’amministrazione non può “vietare l’esercizio della libertà contrattuale della ricorrente – scrivono i giudici amministrativi di secondo grado – in particolare quella di concludere contratti di locazione con finalità turistica, aventi ad oggetto i suoi immobili”.

“È una sentenza che parla chiaro e che conferma la bontà del lavoro fatto dal Governo Meloni, dal ministero del Turismo e dalla maggioranza: per la prima volta nella storia, il settore degli affitti brevi è stato regolamentato in modo serio e organico, con regole chiare, efficaci e rispettose delle libertà individuali”, sostiene Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale della Lombardia, dove il Pd in questi giorni ha presentato una proposta di legge – in linea con quella nazionale per dare proprio ai Comuni la possibilità di definire una soglia oltre la quale scatta la limitazione alle locazioni brevi. Quello che la sentenza sembra ora vietare.

Non la pensa così la sindaca di Firenze Funaro: “da questa prima lettura si vede che in realtà è una sentenza che niente a che vedere né con la situazione di Bologna, né con la situazione di Firenze, perché è una sentenza basata su una legge regionale che è una legge regionale differente. Noi sappiamo che ad oggi abbiamo una legge regionale che ci permette di andare a fare tutta una serie di regolamentazioni, poi vedremo come andranno avanti anche i ricorsi che ci sono stati”.