martedì, 5 Novembre 2024

Il covid ha messo in ginocchio le adv, ma non gli agenti

Un’analisi condotta di recente in Spagna da Insight View*, riportata dalla stampa di settore, segnala che il 46% delle agenzie di viaggio si trova attualmente in una condizione di alto o massimo rischio insolvenza. Il dato è raddoppiato rispetto al 2019, a causa della riduzione dell’attività nel biennio pandemico, unita alla richiesta di prestiti e all’importo esiguo dei ristori erogati dallo Stato. Una situazione allarmante che trova riscontro anche in Italia: secondo i dati pubblicati da Il Sole 24 Ore, nell’estate del 2021 il settore del turismo organizzato ha perso l’81% del fatturato rispetto al 2019, passando da 13,3 miliardi a 2,5 miliardi di euro. Questi dati hanno inevitabilmente avuto una ricaduta diretta sui posti di lavoro: la stessa testata ipotizzava 40.000 posizioni a rischio. Fortunatamente, da qualche mese il comparto della distribuzione organizzata vive una fase di forte rilancio che ha consentito di scongiurare, almeno in parte, le previsioni.

“Le imprese della distribuzione – sottolinea Michele Zucchi, AD Lab Travel Group – sono state fortemente colpite dalla crisi. Lo dicono le analisi e lo constatiamo direttamente. Ad essere in crisi però non sono gli agenti di viaggio, quanto le agenzie. Il mercato dell’intermediazione turistica sta transitando verso forme organizzative più snelle, flessibili e, soprattutto, senza costi fissi. Gli agenti evoluti spostano tutta l’attenzione e le energie sul cliente, l’unico vero patrimonio che dura nel tempo”.

Negli ultimi mesi molte imprese, specialmente quelle a conduzione familiare, sono state costrette a chiudere o a rinunciare ai loro dipendenti disperdendo un know how importantissimo.

“Quello dell’agente di viaggio è un lavoro complesso, che richiede passione ed esperienza – aggiunge Ezio Barroero, presidente Lab Travel Group – e spesso gli agenti non se ne rendono conto fino a quando decidono di fare altro. È un patrimonio di competenze difficile da compensare con nuove assunzioni e tantomeno con la tecnologia: per quanto efficiente, nessuna piattaforma potrà mai sostituire il sorriso, la creatività, l’empatia e la conoscenza diretta dei Paesi di molti professionisti. Il nostro impegno in Euphemia è volto anche al recupero e al mantenimento di questo straordinario patrimonio”.

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