venerdì, 26 Aprile 2024

Iva al 22%, Fiavet: nuova stangata per le imprese del turismo

Giovannoni: e l’Italia diventa ancora meno competitiva sui mercati internazionali

Altra tegola sul turismo. "L'inaspettato nuovo aumento dell'aliquota Iva dal 21% al 22% è l'ennesima pessima notizia per il turismo" commenta Fortunato Giovannoni, presidente di Fiavet. Gli operatori dell'intermediazione turistica, che non godono dell'aliquota ridotta al 10% – ricorda Fiavet – non potranno che aumentare a loro volta i prezzi dei pacchetti, a meno di non rinunciare alla loro marginalità, ipotesi complicata soprattutto alla luce della crisi economica e della già avvenuta riduzione dei margini di profitto. Infatti, gli operatori saranno tenuti ad applicare l'aliquota ordinaria al 22% scorporata dal margine realizzato nell'attività di organizzazione di pacchetti turistici e riflessi negativi si produrranno anche sull'attività di intermediazione.    
"La prima conseguenza è che il prodotto incoming Italia diventerà ancora meno competitivo, determinando una delocalizzazione dell'attività economica in altri Paesi – rimarca Giovannoni -. inoltre, la decisione di aumentare l'aliquota Iva è stata assunta dal Governo nel giro di pochissimi giorni e non si è tenuto in alcun modo conto delle difficoltà in cui si troveranno le imprese, soprattutto quelle, come gli operatori turistici, che svolgono un'attività economica a carattere internazionale. Gran parte di questi aumenti non potranno, infatti, essere ricaricati sui viaggi già venduti o sulle quotazioni previste dai contratti già stipulati con i tour operator esteri, comunitari e non, ricadendo, dunque, interamente sui bilanci già in sofferenza delle imprese del comparto. A ciò si aggiungono – conclude – gli effetti recessivi che saranno generati, che provocheranno una nuova riduzione dei consumi da parte delle famiglie italiane e una conseguente ulteriore diminuzione del gettito Iva atteso".  

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