“Al ministro Massimo Garavaglia chiediamo di accogliere le nostre istanze, ben rappresentate in parlamento da rappresentanti di diverso orientamento (Sara Moretto, IDV, Virginia Tiraboschi, Forza Italia, Marco Croatti, 5Stelle, ndr), sulla necessità di procedere alla riforma della professione di guida turistica, per giungere a una qualificazione univoca, in ossequio alle direttive europee, con celerità. Il tempo è un elemento fondamentale per la ripresa del lavoro turistico, che non è fatto solo di imprenditori di settore ma anche di professionisti della cultura, come noi. Non c’è solo il PNRR cui pensare”.
Lo ha detto Simone Fiderigo Franci, presidente di GTI-Guide Turistiche Italiane, che già dal 2013 chiede di attenersi alle disposizioni europee, al ministro del Turismo, che in audizione parlamentare ha relazionato ieri sul posticipo, al 31 dicembre 2023, del termine per giungere alla riforma della professione. Salvo poi dichiarare, accogliendo le istanze di parlamentari, che in mancanza di discussione in Commissione delle proposte di legge oggi esistenti, a giugno si tenterà una sintesi.
“Apprezziamo questa sua intenzione – conclude Franci – che dopo la delusione della mancata introduzione in Finanziaria e PNRR, confidiamo si traduca in atti concreti. GTI fa presente come di fatto la riforma induca a prassi semplificate per l’accesso e l’esercizio di una professione il cui requisito fondamentale deve essere la competenza, non la territorialità intesa come luogo in cui si è sostenuta l’abilitazione. E con finalità altrettanto chiare: patentino nazionale a superamento di quelli territoriali e realizzazione di un elenco nazionale delle guide abilitate. Detto più semplicemente: se ci si abilita in Val d’Aosta si può lavorare anche in Basilicata. E soprattutto, si crea un elenco con valore di censimento”.