Nel 2013 un barile di petrolio costava 110 dollari. Da allora in poi è costantemente sceso fino ad arrivare oggi a 35 dollari. Intanto, però, le compagnie aeree di tutto il mondo hanno sempre richiesto ai passeggeri il fuel surcharge. Secondo gli esperti “l’illecito profitto si aggira solo nel 2014 sui circa 7 miliardi di dollari”. A lanciare l’allarme è Mario Bevacqua, presidente emerito di Uftaa, che ha denunciato il vergognoso comportamento dei vettori aerei.
“Da calcoli approssimativi già effettuati – sottolinea Bevacqua – l’incidenza del fuel surcharge varia tra il 55 e il 65% dell’intero costo del biglietto aereo. Mi domando perché le associazioni dei consumatori in quasi tre anni non siano mai intervenute. Le parole non bastano più: per questo offro agli agenti di viaggio e alle autorità competenti fatti concreti su cui riflettere ed agire. Io come Uftaa andrò avanti sino alla fine. Basta con i pannicelli caldi. Basta con le ipocrisie. Ognuno faccia la sua parte”.