Cominciano ad affluire i dati dell'Osservatorio del traffico crocieristico nel Mediterraneo, promosso da Ebnt, che verrà diffuso nel prossimo mese di ottobre. Nonostante l'ottimismo dei Cruise Operators, i dati evidenziano un eccesso di competizione, di limatura della redditività e, per alcuni porti, di crisi delle toccate e dei transiti. Il segnale più preoccupante viene dall'anello dalla cantieristica. Infatti, i programmi di costruzione ed allestimento di nuove navi sembrano rallentare in misura sensibile (-13%), ed in alcuni casi, come quello di Fincantieri, si parla già apertamente di esuberi di personale, di chiusura di impianti (Riva Trigoso, Castellammare di Stabia), di rilocalizzazioni. A livello europeo i dati dell'European Cruise Council indicano un calo dell'1,2% delle spese dirette del comparto nel 2009 rispetto all'anno precedente, trainato dai dati negativi della cantieristica, ma anche una netta perdita di addetti, passati in un solo anno da 311.512 a 296.288. Intanto, nonostante la crisi gli europei continuano a comprare crociere (+11,5% rispetto al 2008), e l'Italia è il leader continentale drenando il 30,8% della spesa complessiva riferibile al comparto, e facendo imbarcare nei propri porti il 35,8% dei 4 milioni e 830 mila passeggeri europei.
Ma il nostro Paese perde il primato delle destinazioni a favore dei porti greci, che sfiorano i 5 milioni di transiti. È necessaria, dunque, una fase di ripensamento sulla crescita e sugli investimenti infrastrutturali, e sugli effetti che il settore crocieristico ha sui sistemi territoriali circostanti i porti.