“Ieri mi raccontavano che in Versilia ci sono spiagge con ombrelloni chiusi in pieno agosto. Dopo un maggio falcidiato dal maltempo, un giugno e un luglio in linea con lo scorso anno, se ‘buchiamo’ agosto, a settembre sarà complicato recuperare. L’obiettivo è fare lo stesso risultato dello scorso anno, ma la vedo dura. Anche perché sono tornati pienamente in partita tutti i nostri competitor (Egitto, Turchia ma anche new entry come l’Albania)”. Ad affermarlo Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, alla vigilia del grande esodo di Ferragosto. Ad agosto, secondo i calcoli della stessa federazione degli albergatori, saranno più di 18 milioni le persone che soggiorneranno negli alberghi e nelle altre strutture ricettive italiane, per un totale di circa 83 milioni di pernottamenti (per il 41,9% di turisti stranieri e per il 58,1% di italiani).
“Quando i nostri politici facevano le cicale e godevano per tutti i segni ‘più’ del turismo lo scorso anno, noi sostenevamo sempre che i segni erano positivi perché il mercato era ‘drogato’ – aggiunge Bocca – e non avevamo in pista a gareggiare con noi tutta una serie di rivali storici, perché alle prese con tensioni politiche o terroristiche”.
Nell’intervista all’Ansa, Bocca sottolinea anche come le vacanze di lusso continuino a crescere, mettendo a segno ottime perfomance e, al contempo, si registri la tendenza a spezzettare le ferie. “Quest’anno – dice – stiamo notando che sembra tramontato il concetto della lunga pausa dal lavoro (dai 15 giorni alle 3 settimane) e si dividono le ferie in tante piccole vacanze. Sicuramente il pienone ci sarà la prossima settimana, quella di Ferragosto, che rimane quella clou. Con il settore del lusso che tiene e che non risente della crisi economica ed è quasi tutto formato dagli stranieri. I ricchi non vanno demonizzati, anzi bisogna puntare a un pubblico alto spendente e a un turismo di qualità”. Proprio per questo secondo Bocca è fondamentale il tax credit che permette agli imprenditori di rinnovare le strutture e anche il grande evento che fa tornare i turisti.
“Per quanto riguarda i connazionali c’è una grande attenzione al costo della vacanza, anche a scapito della qualità. Si punta a vacanze che costino meno o si va in Paesi di minor costo come Turchia e Nord Africa o, se si resta in Italia, puntando ai soliti maledetti appartamenti abusivi che non essendo ufficiali ed evadendo le tasse possono stare sul mercato a prezzi decisamente inferiori”, sottolinea Bocca ribadendo che se fosse registrato tutto il sommerso le presenze in Italia potrebbero addirittura raddoppiare.
Riguardo agli abusivi Bocca ricorda il codice identificativo delle strutture alberghiere: “Io mi sono perso. C’è stato l’annuncio del codice che diventava legge e poi? In Italia fai una legge e poi bisogna attendere il decreto attuativo. Quando ero in Parlamento io venivano approvati i decreti attuativi delle leggi del governo Monti. C’è anche la legge che dovrebbe imporre a Airbnb di pagare il 21% di sostituto d’imposta, ma a oggi sono due anni che non pagano. Soprattutto in un momento di difficoltà, non dico di crisi perché non si può parlare di crisi nel turismo, il rispetto delle regole diventa determinante. Le presenze sarebbero il doppio se fossero considerate tutte, ufficiali e abusive. Il problema è che gli evasori sono un grosso bacino elettorale e quindi, finché si continua ad andare a votare ogni sei mesi, per paura di perdere voti li si tiene buoni. Bisognerebbe avere il coraggio di perdere qualche voto, ma fare politiche che premino gli onesti e puniscano i disonesti”.