"Federalberghi esprime forte apprezzamento per la decisione dell'Antitrust di aprire un'istruttoria su grandi portali del turismo come Booking ed Expedia; a questo punto attendiamo con ansia la conclusione dell'istruttoria, che terminerà a luglio 2015", anche perché "i danneggiati naturalmente, oltre alle imprese, sono gli utenti, che pagano in questi casi commissioni anche del 30% sul costo della stanza". Secondo il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara, la decisione dell'Antitrust "dà ragione alle nostre tesi": secondo le modalità degli accordi stipulati da Booking.com ed Expedia "l'albergatore è infatti obbligato dai contratti con questi portali a vendere una camera alle condizioni imposte da questi, con una clausola che vieta ad altri albergatori di vendere quelle stanze a un prezzo più basso".
Inoltre, aggiunge Nucara, "l'albergo è vincolato a non pubblicare un voto inferiore di quello imposto dal portale". Il problema naturalmente non è solo italiano, spiega ancora il rappresentante di Federalberghi, "e – è bene ricordarlo – in Italia ci sono 33.728 alberghi e meno del 4% di questi fa parte di catene internazionali; un'azione analoga è stata già avviata dall'Antitrust tedesco che ha sanzionato formalmente, il 20 dicembre 2013, Hotels.com. Nello stesso giorno sono state aperte procedure anche contro Booking ed Expedia. Operazioni che hanno preso il via anche in altri Paesi del mondo, come Francia, Gran Bretagna e Usa. L'aumento medio che qualche anno imponevano questi portali – racconta ancora Nucara – era del 15-20%; ma questa percentuale è presto arrivata al 30%. La cosa migliore da fare – suggerisce – è informarsi online ma poi telefonare direttamente all'albergatore e chiedere il prezzo, sancendo poi l'accordo tramite l'invio di un fax".