“L’offerta dei servizi di spiaggia in Italia nasce da lontano, ma oggi rischia di non avere più un futuro”. A lanciare l’allarme Riccardo Borgo, presidente del Sib, che associa circa 10.000 imprese balneari nel corso del convegno a Roma. “Questo sistema turistico balneare italiano oggi – continua – va difeso con forza perché i rinnovi delle concessioni demaniali esistenti con procedure di evidenza pubblica, così come ci imporrebbe l’Europa, avrebbero come conseguenza la fine dell’attuale concezione di ‘fare impresa’, senza alcun beneficio per l’economia e soprattutto per il nostro turismo”.
Un altro dato su cui deve riflettere il settore è il calo delle presenze in spiaggia degli italiani che, secondo i calcoli del Sib, in 6 anni sono crollate del 41%: dai 241.759.000 del 2008 ai 140.612.000 dello scorso anno. Eppure il mare si conferma la prima destinazione turistica italiana con il 30% delle presenze complessive ed un trend in costante crescita per il turismo straniero (+13% dal 2008).
“Rammentiamo che la nostra categoria oltre al pagamento di un canone concessorio pari a circa 120 milioni di euro – sottolinea Borgo – fornisce una serie di servizi di carattere pubblico che ci impegnano a una spesa, solo per il 2014, che può essere stimata in 190 milioni di euro per il salvamento e in 450 milioni di euro per la manutenzione dell’arenile”.