Appia Regina Viarum volano di sviluppo per le aree interne


Il riconoscimento Unesco alla Regina Viarum, entrata a far parte della prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale Unesco (60° riconoscimento per l’Italia che conta 61 siti in tutto), apre grandi opportunità di valorizzazione e maggiore attrattività turistica per le aree interne delle 4 regioni attraversate: Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, per 89 Comuni coinvolti. La conferma arriva in occasione della Borsa del Turismo Archeologico di Paestum, che si concluderà domenica 2 novembre.

Il progetto Appia Regina Viarum rappresenta un’occasione concreta per connettere le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale con le strategie di sviluppo delle aree interne. La Via Appia attraversa territori che custodiscono una parte fondamentale della storia d’Italia e che oggi possono diventare un laboratorio per nuove forme di turismo sostenibile, basate sulla cultura, sulla prossimità e sulla qualità dell’esperienza.

Lungo il tracciato dell’Appia si incontrano aree ad altissimo valore paesaggistico e archeologico ma, spesso, caratterizzate da fragilità economiche e infrastrutturali. L’obiettivo del lavoro condotto da Isnart e dal Centro Studi Tagliacarne è stato proprio quello di misurare e mettere a sistema queste potenzialità, integrando dati economici, turistici e culturali con strumenti di location intelligence.

Le analisi Isnart hanno riguardato 124 aree progetto, coinvolgendo oltre 1.900 comuni, per misurare il livello di turisticità e di potenzialità culturale di ciascun territorio. È emerso un forte gap tra turisticità e potenzialità soprattutto nel Mezzogiorno – in regioni come Lazio, Campania, Basilicata e Puglia – dove il patrimonio esiste ma non è ancora adeguatamente valorizzato. Aree “modello” sono invece riferibili a Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Liguria, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Concentrandosi sulla Via Appia, lo studio mostra che i comuni attraversati da questo asse storico presentano indici di turisticità e potenzialità superiori rispetto alla media: nei comuni delle Aree interne è 38,3% contro 25,6% mentre, nel resto dei comuni, la turisticità è 52,2% contro 39,6%. Ciò dimostra che l’Appia può diventare un vero corridoio di sviluppo territoriale, capace di collegare centri urbani, borghi e aree rurali in un’unica narrazione di identità e accoglienza.

In conclusione, la valorizzazione dell’Appia non è solo un progetto culturale, ma una strategia di coesione: un modello per il rilancio delle aree interne fondato su conoscenza, rete istituzionale e valorizzazione del capitale territoriale. Restituire valore a questi luoghi significa rafforzare la competitività sostenibile del Paese, con la cultura come motore di sviluppo e di identità condivisa.

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