martedì, 19 Novembre 2024

La ‘grande bellezza’ dell’Italia e, soprattutto, quella nascosta

L’Italia è uno scrigno di tesori ma una gran parte non sfrutta le proprie potenzialità. Non è la solita banalità. Questa volta a certificarlo è l’Istat. “Solo 70, definiti “la grande bellezza” – spiega il presidente dell’Istat Giorgio Alleva chiamato dal ministro Dario Franceschini a illustrare e ‘aggiornare’ la parte del rapporto 2015 su cultura e turismo – hanno un insieme di eccellenze culturali sostenute da un’altrettanto fiorente industria culturale, come Roma, Milano e Firenze ma anche alcune zone di Umbria e Campania. Ma ci sono ben 138 sistemi locali che hanno un grande patrimonio culturale ‘non ancora valorizzato’. Per lo più fanno parte del Mezzogiorno d’Italia con punte in Sicilia e Puglia”.   

Completano il quadro altri 138 sistemi locali soprattutto nel Nord Est che hanno una forte “imprenditorialità culturale” e cioè non hanno risorse di patrimonio incredibili, ma valorizzano in modo eccellente quello che hanno.

Ci sono poi 194 sistemi “volano del turismo”: talmente belli e dotati di bellezza naturale da attrarre turisti senza avere musei o beni storico-artistici (di cui 14% Sicilia e 11% Sardegna).

Infine 71 “perifericità culturali” con risorse culturali scarse e scarsa capacità imprenditoriale e anche questi si trovano al Mezzogiorno (soprattutto aree interne di Calabria, Sicilia, Sardegna). Ma questa geografia, secondo Alleva, serve proprio per essere rivoluzionata puntando “su investimenti, capitale umano e innovazione”.  

“Una volta di più dico che bisogna fare sistema – dice Franceschini – e investire su quel museo diffuso che è l’Italia. Tanto che assieme alla Rai e all’Istat stiamo pensando a creare un parametro culturale per misurare il valore di un Paese e ad incrociare tutti i dati che ci arrivano non solo dall’Istat ma dall’Osservatorio nazionale del turismo e da altre fonti. Non solo lo Stato deve fare la sua parte (e l’abbiamo in parte fatta con art bonus e anche il tax credit), ma anche i privati: se c’è un monumento che attira i turisti, attorno vanno costruiti anche alberghi, ristoranti, negozi etc.
In un anno di crisi come il 2014 – conclude – abbiamo superato i 50 milioni di arrivi internazionali. Ora stiamo vivendo il grande anno dell’Expo e ci aspetta quello del Giubileo per cui stiamo lavorando con tante iniziative a partire dai cammini religiosi. Aspettiamo con fiducia che la rinnovata Enit cominci il suo percorso e si occupi non solo di promozione, ma anche di commercializzazione del prodotto Italia”. 

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