E' finalmente legge la modifica al codice dei beni culturali che riconosce le tante diverse professioni del settore e istituisce gli elenchi ufficiali dei professionisti. Una novità attesa dal 2008 che in Italia riguarda almeno 30 mila specialisti della cultura, dagli archeologici agli storici dell'arte, dai bibliotecari agli esperti di diagnostica e demoetnoantropologi.
"Una legge importante, che offre allo Stato uno strumento in più per adempiere ai dettami costituzionali", fa notare il ministro dei Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini, convinto che non possa esserci "piena tutela e valorizzazione del patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze di chi vi opera quotidianamente".
"Un'altra testimonianza della centralità che la cultura e i lavoratori della cultura stanno assumendo all'interno dell'azione di questo esecutivo e per il rilancio del Paese", commenta il sottosegretario a beni culturali e turismo Ilaria Borletti Buitoni.
Frutto di un lungo lavoro parlamentare, la proposta di legge istituisce registri ufficiali per le singole professioni, ovvero elenchi aperti del ministero ai quali potranno iscriversi tutti i professionisti delle specialità citate purché siano in possesso di determinati requisiti valutati dal ministero di concerto con gli enti interessati.
"Un elenco e non un albo. Uno strumento snello e democratico, non una corporazione nelle mani di alcuni", fa notare soddisfatto il presidente della Confederazione Italiana Archeologi (Cia) Alessandro Pintucci, che ricorda la necessità ora di mettere a punto "un regolamento che ne permetta l'applicazione e criteri inclusivi per il riconoscimento di tutti i professionisti da inserire nell'elenco nazionale". Verranno aperti gli elenchi, quindi, per archeologi, archivisti, storici dell'arte, bibliotecari, diagnosti dei beni culturali, demoetnoantropologi.