Per Alitalia si prospetta una fase di rigore che dovrebbe durare almeno sei mesi che prevede anche la cassa integrazione per "qualche centinaio" di dipendenti. L'annuncio è arrivato nel corso dell'audizione in Commissione Trasporti alla Camera sullo stato dell'Alitalia che ha tenuto il suo nuovo ad, Andrea Ragnetti.
"Non vi aspettate una bomba a settembre, con un piano di 50 pagine – ha sottolineato Ragnetti – La riorganizzazione prevede qualche centinaio di esuberi, in particolare nel quartier generale, dove ci sono circa 1.800 persone, e in un'ottica di rispetto della gerarchia ed equità si partirà dalla testa ovvero dai dirigenti" ai quali, comunque, non si applica la Cig: su una platea di una settantina sarà toccata "qualche unità". Nel contempo, ci sarà un aumento di produttività.
Interventi che colpiranno personale di terra ma anche gli assistenti di volo perché "negli ultimi due anni 600 stagionali", che hanno contratti a tempo determinato e hanno fatto ricorso al giudice "sono stati assunti a tempo indeterminato. Abbiamo aumentato i contratti part time – ha detto ancora Ragnetti – ma siamo arrivati al limite e quindi stiamo ragionando su come intervenire con la riorganizzazione, come gestire in modo più efficiente la forza lavoro esistente perché queste assunzioni incidono sul numero di contratti a tempo indeterminato".
Archiviata una semestrale "abbastanza brutta" con una perdita per 200 milioni, Ragnetti ha ribadito che la compagnia punta a una inversione di tendenza, "a cercare di far meglio del 2011, di fermare la discesa. Nel terzo trimestre, che in genere è sempre il migliore, andremo in utile. Per agosto e settembre abbiamo segnali di miglioramento legato ad una nuova strategia di marketing e anche al nuovo piano tariffario. E i risultati si vedranno anche sulla Roma-Milano".