Ferrovie dello Stato si prepara a scegliere il partner con cui mettere a punto il progetto di acquisizione di Alitalia. La società ferroviaria guidata da Gianfranco Battisti ha in agenda per domani, martedì 29 gennaio, il cda chiamato a decidere il player internazionale con cui creare la newco per il rilancio dell’ex compagnia di bandiera.
In pole position, dopo la frenata di Lufthansa, c’è l’americana Delta in tandem con Air France-Klm.
Delta sarebbe pronta ad entrare nella newco insieme ad Air France-Klm (di cui la compagnia Usa detiene l’8,80%) con una quota complessiva del 40% (ciascuna con il 20%). A livello industriale, Delta punterebbe ad un’Alitalia un po’ più piccola, con 110 aerei (dagli attuali 118) e 9-10 mila dipendenti (con conseguenti 2-3 mila esuberi).
Dall’altra parte Lufthansa, che avrebbe lasciato pressoché invariata l’offerta di aprile (che prevedeva 5-6 mila esuberi), nei giorni scorsi ha allontanato l’ipotesi di un possibile coinvolgimento: “Non ci sono novità da parte nostra. Già da ottobre abbiamo detto che non investiremo insieme con il governo italiano o in una società controllata dal governo”.
La decisione del board di Ferrovie passerà poi al vaglio del Ministero dello sviluppo economico: l’esito, salvo sorprese, dovrebbe essere l’ok alla trattativa in esclusiva che porterà alla messa a punto del piano industriale, per il quale Fs ha chiesto tempo fino a fine febbraio.
Intanto la gestione dei commissari straordinari (al comando da quasi 21 mesi), continua a dare frutti: la compagnia, secondo gli ultimi dati forniti a Fs, ha chiuso il 2018 con una perdita dimezzata rispetto all’anno precedente (un Ebitda di 154 milioni dai 312 del 2017), ricavi totali oltre i 3 miliardi (3,062 mld +5%) e ricavi passeggeri in crescita di quasi il +7%. Risultati ottenuti a perimetro costante (la flotta non è aumentata). I passeggeri sono cresciuti (+0,9%), trainati dall’intercontinentale (+7,1% e +10% dal 2016). I costi operativi si sono ridotti del 2,2%, mentre il carburante (+14,1%) continua ad incidere sui costi complessivi, aumentati dell’1,7%.