Scattata la nuova proroga (di un mese, fino al 15 luglio), si apre un mese di incontri e contatti per mettere a punto la cordata che dovrebbe far decollare la nuova Alitalia. Le Ferrovie dello Stato, che hanno il ruolo di regista dell’operazione, proseguiranno già in settimana il lavoro con i soggetti fattisi avanti. Ma dietro le quinte si lavora anche per coinvolgere Atlantia che, pur non avendo fatto alcun passo formale, continua ad essere considerata la soluzione preferibile. Sulla società dei Benetton, però, c’è da sciogliere un nodo politico, con la Lega favorevole e il M5s poco propenso ad ammorbidire la linea dura decisa dopo la tragedia di Genova, ed è possibile che per mediare possa presto scendere in campo il premier Giuseppe Conte.
Le Fs, che hanno appena ottenuto dal Ministero dello sviluppo economico un altro mese di tempo (fino al 15 luglio) per l’offerta vincolante e definitiva, devono completare il consorzio, che dopo quasi sette mesi di lavoro è ancora fermo a circa il 60% (Fs entrerebbe con il 30-35%, Delta e il Tesoro ciascuno con il 15%). In campo ci sono “numerosi partner”, assicurano fonti del Mise. Ufficialmente sul tavolo ci sono l’offerta del patron della Lazio Claudio Lotito e la lettera inviata dal Gruppo Toto per manifestare il proprio interesse. Proseguono inoltre da mesi anche le interlocuzioni con il fondo d’investimento QuattroR che potrebbe aiutare con una partecipazione minore, qualora si definisse l’operazione, per riequilibrare le quote dei principali partner.
La compagnia intanto ha ancora in cassa (467 milioni a fine maggio) abbastanza ossigeno per andare avanti, secondo i commissari, ancora un anno. Ma resta alta la preoccupazione dei sindacati, che dopo mesi di richieste e uno sciopero di tutto il settore, hanno ottenuto dal ministro dello sviluppo Di Maio una convocazione (l’ultimo incontro risale al 14 febbraio), per il 3 luglio.
Infine, sul destino dell’ex compagnia di bandiera un sondaggio Swg rivela che il 51% degli intervistati sceglierebbe la vendita ad una grande compagnia straniera; solo il 29%, invece, è a favore di una soluzione mista tra privati, compagnie aree e Trenitalia; infine il 20% vorrebbe una totale nazionalizzazione.