venerdì, 20 Dicembre 2024

Alitalia: nel futuro Air France o aggregare quote azionisti italiani?

E Berlusconi continua a pretendere che resti italiana proprio come nel 2008

Si scalda la partita per la vendita delle quote di Alitalia. Dal 12 gennaio infatti, con la scadenza del vincolo di lock up, i soci italiani potranno cedere le proprie azioni, e sia Air France che i 21 imprenditori della cordata tricolore studiano la situazione per le prossime mosse. La compagnia francese, che detiene la maggioranza di Alitalia, avrebbe già messo a punto un'offerta che darebbe ai privati il 20% in più di quanto speso nel 2008, anche se tali voci sono state smentite nella tarda mattinata di oggi dalla compagnia franco-olandese. Sul fronte italiano, invece, si starebbe studiando la possibilità di aggregare le quote dei 'patrioti' per consolidare l'italianità della compagnia. 
E sulla questione si interroga anche la politica. Silvio Berlusconi, che è stato l'artefice dell'operazione Fenice, torna a chiedere che Alitalia resti italiana e non finisca nelle mani dei francesi. Mentre Mario Monti sostiene che sul futuro di Alitalia "non ci sono posizioni astratte e dogmatiche": comunque "bisogna vedere quali alternative e quali sono le prospettive economico-finanziarie di Alitalia".
Air France, secondo il Messaggero, starebbe accelerando i tempi per acquistare la compagnia di cui detiene già il 25%. Parigi sarebbe disposta ad offrire un concambio pari a 1,6 che valorizzerebbe il pacchetto di Cai il 20% circa in più rispetto al costo d'acquisto e l'operazione, che dovrebbe concludersi entro l'estate. La valutazione, tuttavia, non troverebbe il favore di tutti i soci. Un'ipotesi che la compagnia di Jean Cyril Spinetta al momento non commenta.
Secondo fonti vicine al dossier, tuttavia, l'integrazione con Air France, sarebbe un naturale sviluppo delle cose ma non avrebbe tempi così stretti. Tra l'altro, fino ad ottobre per vendere le quote serve l'ok del cda. La prossima riunione del consiglio è intanto prevista per la fine di febbraio sui risultati annuali. La presunta accelerazione inoltre, sorprende i sindacati: la Uiltrasporti, che esprime forte preoccupazione per la situazione economica e finanziaria della compagnia che va verso la ricapitalizzazione, fa sapere che chiederà un incontro all'ad Andrea Ragnetti. Mentre l'Avia critica Berlusconi e lo invita a fare un atto concreto acquistando egli stesso una quota.   
Intanto dietro le quinte si starebbe studiando l'ipotesi di aggregare le quote degli azionisti italiani (21 partecipazioni che vanno dal 16,6% di Riva allo 0,9% di Manes, Marcegaglia e Loris Fontana) consolidando l'italianità e garantendo i piccoli: un'operazione che, a quanto si apprende, potrebbe essere gestita o da un fondo azionario o da un'azionista italiano del settore dei trasporti. Difficile che si possa trattare di Ferrovie dello Stato (Alitalia ha smentito le voci di un accordo), mentre c'é chi pensa anche ad un coinvolgimento del Gruppo Benetton, che ha appena incassato il contratto di programma per Aeroporti di Roma.

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