Potrebbero servire dai 3 ai 6 mesi per il nuovo amministratore delegato di Alitalia. I vertici della compagnia non hanno fretta, quello che conta è trovare l’uomo giusto, come confermano il presidente Luca Cordero di Montezemolo e il vice presidente James Hogan che, a quasi un mese dalle dimissioni (18 settembre) di Silvano Cassano, assicurano che il Piano non solo “non cambia di un millimetro, ma anzi accelera”.
“L’uscita dell’ad non vuol dire che si ricomincia da capo, c’è continuità totale e assoluta, garantita da me e James con un impegno a 360 gradi”, assicura Montezemolo nel corso di una conferenza stampa convocata all’indomani della mega convention con i dipendenti (un’altra è già in programma per maggio), per annunciare le prossime tappe della compagnia.
“Il Piano è confermato”, con risultati in linea e l’obiettivo di tornare all’utile nel 2017: quello che cambia è che ora si mette “il turbo nel processo decisionale”, spiega il manager ex Ferrari. Certo, la situazione è ancora “molto delicata” e Alitalia perde 700 mila euro al giorno, ammette Montezemolo. Ma qualche primo risultato comincia ad arrivare: nel terzo trimestre il coefficiente di riempimento degli aerei (load factor) è salito all’80,3%, ai livelli dell’Alitalia pubblica del 2007; la posizione di cassa “è forte” – assicura Hogan – e i ricavi per sedile al chilometro (rask) accelerano.