La norma che concede ai piloti e assistenti di volo di andare in pensione con un anticipo di 7 anni rispetto agli altri lavoratori è “iniqua e deriva da un accanimento terapeutico a spese dei contribuenti per tenere in vita l’Alitalia che procede inutilmente da decenni”. A sostenerlo Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio su liberalizzazioni e trasporti (Onlit) che chiede, per i piloti in prepensionamento, il ritiro della licenza di volo “per evitare – spiega – il loro reimpiego presso altre compagnie”.
Balotta indica poi il cordone ombelicale dei sussidi di Stato pari a “7,5 miliardi in 20 anni . Tra questi il fondo di solidarietà pagato da una tassa sui passeggeri, prestiti ponte durevoli e cassa integrazione d’oro, che in questi anni sono diventati l’obiettivo prevalente dei sindacati confederali che, così facendo, si sono allontanati sempre più dai lavoratori meno abbienti, dai precari e dai disoccupati. Mentre la nave Italia fa acqua da tutte le parti – conclude – sorprende che il Governo, come i precedenti, rivolga il suo pensiero e le sue poche risorse correnti sempre a categorie protette come i naviganti (piloti e Assistenti di volo) e i suoi investimenti per controllare l’azionariato di Alitalia come annunciato in questi giorni”.