mercoledì, 1 Maggio 2024

Alitalia, persi 2 miliardi e ancora niente stipendi per i dipendenti

Un 2020 “drammatico” per Alitalia sul fronte dei conti a causa della pandemia mentre i dipendenti sono ancora in attesa di ricevere lo stipendio di questo mese. Il direttore generale della compagnia, Giancarlo Zeni, scatta una fotografia sull’anno scorso durante il convegno: ‘Rilancio del trasporto aereo nel mondo post Covid’, organizzato dalla senatrice del M5s Giulia Lupo.

“Il 2020 è stato un anno drammatico, ha determinato una paralisi della domanda, l’ordine di grandezza è del -90% dall’inizio della pandemia questo ha fatto si che abbiamo subito un calo dei ricavi di 2 miliardi e 40 milioni”, dice Zeni, spiegando che il “risultato operativo è in peggioramento di 20 milioni, che è l’1% dei ricavi dell’anno”.

Perdite, naturalmente, che vanno ad impattare anche sulle buste paga dei dipendenti, che ad oggi non sono stati ancora pagati, comunicano i sindacati, precisando di non aver nemmeno ricevuto indicazioni dall’azienda su quando arriveranno gli stipendi. E così per oggi è prevista una manifestazione di tutti i lavoratori di Alitalia e Cityliner presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Mercoledì sempre i sindacati incontreranno i tre commissari straordinari di Alitalia: Giuseppe Leogrande, Daniele Santosuosso e Gabriele Fava per avere delle risposte su ciò che sta succedendo con gli stipendi.

Venerdì scorso l’Ue ha dato il via libera a ristori per 24,7 milioni di euro, legati ai danni Covid. Proprio dei ristori ne ha parlato lo stesso Zeni durante il convegno, denunciando che Alitalia ha ricevuto aiuti “tra i più bassi” in Europa: ristori “per 9 euro per posto offerto”, mentre “altri concorrenti europei ne hanno ricevuti 88 euro a posto offerto”. E “non solo ne abbiamo ricevuto in maniera limitata, ma anche con grande lentezza”, ha sottolineato il direttore generale, aggiungendo che “oggi stiamo ancora aspettando quelli di novembre e dicembre”.

Zeni si è quindi tolto qualche sassolino dalla scarpa, precisando che degli 1,3 miliardi di finanziamenti pubblici avuti dal 2017 al 2019, la compagnia “ha già restituito la metà, 645 milioni, pagando imposte e tasse”. Inoltre “ha versato un indotto di prossimità di oltre 3 miliardi, circa 1,3 di pagamenti agli aeroporti, più di 330 milioni all’ente del traffico aereo, oltre 1 miliardo di retribuzione nette ai dipendenti”, ha specificato il direttore generale. E “oltre ad aver fatto affluire nelle casse dei fornitori nazionali oltre 2,6 miliardi, ha generato un indotto indiretto di 19 miliardi”, ha detto, quindi “ho visto soldi pubblici spesi molto peggio di questi 1,3 miliardi per tutto quello che ha innescato: ogni euro ne ha innescati 20”, ha puntualizzato Zeni, che ne ha anche per l’Ue.

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