Ammontano a 690 gli esuberi, con un risparmio per circa 30 milioni di euro, previsti nel piano industriale di Alitalia illustrato oggi ai sindacati. Nello specifico riguarderebbero 300 assistenti di volo, 300 dipendenti dello staff di terra e 90 nella manutenzione. Ma i sindacati non ci stanno. E al termine dell'incontro di oggi con l'azienda hanno riferito di aver detto unanimemente 'no'. La trattativa proseguirà ora per approfondire la questione con un nuovo incontro probabilmente la prossima settimana. Dal canto suo, l'azienda per il momento ha sospeso ogni azione.
"Il Piano – ha spiegato il segretario generale della Fit Cisl Giovanni Luciano – punta molto sul rilancio del marchio, è molto ottimista e speriamo abbiano ragione. Contano infatti di cominciare a rimigliorare dal 2013. Noi comunque non siamo disposti ad entrare in cassa integrazione, ne abbiamo avute già troppe: l'azienda con molta responsabilità ha accettato di proseguire il confronto".
"Siamo enormemente preoccupati – ha aggiunto il segretario della Uil trasporti Luigi Simeone – perché l'isolamento dell'azienda non fa bene né al Paese né ai lavoratori. La nostra posizione è chiara e ferma nel respingere questi tagli ma l'azienda deve entrare nell'agenda politica del Governo perché da sola non ce la fa".
Intanto il Pd ha chiesto al governo e ai vertici di Alitalia di riferire immediatamente alla Camera sui dettagli del piano industriale.
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