Il Governo scende in campo per salvare Alitalia dal rischio default. Il premier Enrico Letta, nonostante la delicata situazione politica, ha riunito a Palazzo i vertici della compagnia, le banche e i fornitori, per chiedere uno sforzo di sistema che eviti che la situazione di cassa precipiti. Con un pressing particolare sulle banche, alle quali vengono chiesti oltre 300 milioni (la liquidità necessaria indicata dal piano industriale). Il tempo infatti stringe: dopo il 'no' dei francesi all'aumento di capitale da 150 milioni, giovedì tornerà a riunirsi il cda, in vista dell'assemblea dei soci del 14 ottobre che dovrà varato l'operazione.
Al termine dell'incontro, Palazzo Chigi ha spiegato che "discutendo con spirito costruttivo" il tavolo ha affrontato "diverse ipotesi" in campo per far fronte alla "situazione di difficoltà" della compagnia. Il confronto non si è esaurito con il doppio incontro nella sede della Presidenza del Consiglio: resta aperto, "in considerazione della situazione politica" il tavolo tornerà a riunirsi a inizio della prossima settimana.
E mentre chiedono di essere convocati dal Governo anche i sindacati, un appello all'Esecutivo è arrivato anche da uno dei maggiori azionisti, Gilberto Benetton (che possiede l'8,9% tramite Atlantia): ''il pericolo è che l'Italia diventi una regione'', avverte Benetton, che chiede al Governo di ''prendere le redini in mano e sedersi al tavolo con Air France''.