Complessivamente, a regime, al 2025, in Ita “potrebbero essere impiegate direttamente e indirettamente circa 9.500 persone”. Il ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini interviene sul tema caldo dell’avvio della nuova compagnia e del destino dei 10.500 lavoratori della vecchia Alitalia, e mettendo insieme i numeri del piano industriale prova a rassicurare, ribadendo la fiducia del governo nell’operazione Ita.
“Siamo certi” che la nuova compagnia “sarà in grado di fornire risposte alle nuove esigenze del trasporto aereo in un’ottica sempre più intermodale, integrata con il trasporto ferroviario, guardando con grande attenzione anche ai principi della sostenibilità”, assicura il ministro rispondendo in question time. Una certezza che deriva dai numeri di un piano industriale “elaborato in coerenza con le previsioni di ripresa della domanda di trasporto aereo”. In base al piano, che prevede al 2025 un fatturato di 3,3 miliardi di euro, Ita – ricorda il ministro – partirà con una flotta di 52 aerei (che saliranno a 78 per poi arrivare a 105 a fine piano, quando il 77% degli aeromobili sarà “di nuova generazione”) e servirà 45 destinazioni con 61 rotte (che saliranno a 74 destinazioni e 89 rotte nel 2025, con un ribilanciamento sul più redditizio lungo raggio).
Sul delicato tema del personale, il ministro prova ad allargare lo sguardo: al 15 ottobre si parte con circa 2.900 dipendenti nell’Aviation (numeri per i quali l’azienda ha già raccolto quasi 30 mila candidature), destinati a salire al 2025 a circa 5.700 unità; ma se Ita si aggiudicasse le gare bandite dalla vecchia Alitalia per gli altri asset – evidenzia il ministro -, potrebbe aggiungere a fine piano “fino a 2.700 risorse per la parte ‘Ground Handling’ e di circa 1.200 risorse nella manutenzione”, portando così il totale a circa 9.500 tra lavoratori tra diretti e indiretti.
Il nodo del personale, intanto, continua ad essere al centro della trattativa – appena ripresa dopo la rottura dei giorni scorsi – tra Ita e i sindacati: le parti sono tornate al tavolo e si andrebbe verso una possibile chiusura tra la fine della settimana e l’inizio della prossima, probabilmente entro il 20 settembre. Si attende anche la convocazione di un tavolo al Ministero del lavoro sugli ammortizzatori, come annunciato nei giorni scorsi dalla viceministra al Tesoro Laura Castelli.