venerdì, 29 Marzo 2024

Di Maio ridimensiona ruolo Mef nella nuova Alitalia, non oltre 15% 

La quota del Tesoro nella nuova Alitalia non dovrebbe andare oltre il 15%. Il vicepremier Luigi Di Maio ridimensiona il ruolo del Mef nell’operazione, correggendo quanto da lui stesso annunciato due settimane fa. A cambiare lo scenario, l’altolà del titolare dell’economia, Giovanni Tria, che nei giorni scorsi ha in più occasioni frenato sulle cifre, spiegando che nulla è ancora deciso, e ricordato a tutti che qualunque intervento del Tesoro avverrà solo in presenza di un piano industriale robusto e rispettando le regole Ue.

Ora Di Maio, che il 14 febbraio ai sindacati ha detto che il Mef sarebbe potuto entrare anche con più del 15% (tanto che è circolata l’ipotesi di una partecipazione fino al 20%), corregge un po’ il tiro. La quota del Tesoro non dovrebbe superare il 15%, afferma il vicepremier in un’intervista a Bloomberg.

Il Governo, fa capire meglio il sottosegretario ai trasporti Armando Siri, punterebbe al 14% detenuto dallo Stato francese, e ora anche da quello olandese, in Air France-Klm: il Mef “avrà una quota normale – dice Siri -, abbiamo visto quello che stanno facendo Francia e Olanda”.

A decidere saranno comunque i tre soggetti che stanno lavorando al piano di rilancio, assicura Di Maio: “Questa è un’operazione di mercato in cui Ferrovie dello Stato sta predisponendo un piano industriale con EasyJet e Delta Air Lines, quindi sarà il loro piano a decidere quali soggetti coinvolgere”, spiega il vicepremier esprimendo ottimismo sull’esito dell’operazione (“Sono molto fiducioso per quello che ho visto fino ad ora”), che – ribadisce – sarà “un rilancio e non un salvataggio”.

Il piano intanto “è a buon punto”, assicura Siri, spiegando che si stanno “definendo le ultime cose per portare a compimento una cosa non facile ma che credo andrà in porto”.

Nei prossimi giorni è possibile che Fs riunisca il proprio cda per avviare la trattativa in esclusiva con i due partner internazionali, per arrivare ad avere il piano pronto entro la fine del mese.

Resta intanto alta la preoccupazione dei sindacati, che hanno in calendario il 25 marzo uno sciopero di tutto il settore. La Fit Cisl sollecita a non lasciare le Ferrovie “da sole in una partita complessa che interessa l’intero Paese” e chiede una convocazione a Toninelli.

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