Il recupero del cibo non consumato durante gli eventi può generare importanti benefici economici perché dà una “reason why” in più agli stranieri interessati all’Italia come sede dei loro eventi. È questo il fulcro della conferenza che si è tenuta a Expo “Spreco alimentare: dalle parole ai fatti”, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus, durante la quale è stato presentato il II rapporto “Surplus food management against food waste: il recupero delle eccedenze alimentari, dalle parole ai fatti”, frutto di una ricerca che a partire dal 2011 ha coinvolto il Politecnico di Milano sul tema delle eccedenze alimentari.
“Ci siamo fatti promotori del progetto Food for Good – spiega Mario Buscema, presidente di Federcongressi&eventi – per incentivare e tradurre in pratica la cultura del cibo e del non spreco L’operazione è partita da poco, stiamo riscuotendo interesse in molti mondi confinanti (quali quello delle associazioni medico-scientifiche e dei grandi eventi mediatici) e dai dati raccolti durante una serie di test abbiamo stimato che se tutti recuperassero il cibo oggi sprecato agli eventi si arriverebbe a recuperare e ridistribuire circa 8 milioni di piatti all’anno, tra primi, secondi, contorni e panini. L’Italia è forse il primo paese al mondo per capacità di recupero del cibo non consumato. Segnalo che questa capacità sta guadagnandosi l’attenzione anche del mercato mondiale degli eventi, e ciò è importante in un’ottica business, perché potenzialmente genera ricchezza: il fatto di poter evidenziare ai nostri interlocutori internazionali una normativa che agevola il recupero del cibo ci rende sicuramente più attraenti presso i prospect in tutto il mondo”.