mercoledì, 24 Aprile 2024

Cresce l’industria italiana dei congressi e degli eventi, ora anche al Sud

Il congressuale italiano sembra aver ormai superato il suo periodo buio. Nel 2016 in Italia sono stati realizzati complessivamente 386.897 eventi di almeno 4 ore con un minimo di 10 partecipanti ciascuno, per un totale di 28.173.514 partecipanti e 42.706.559 presenze. Benché si registri una leggera flessione del numero di eventi (-1,5% rispetto al 2015), la crescita rispettivamente dell’8,4% e del 21,5% del numero dei partecipanti e delle presenze è un chiaro segnale della vitalità del settore, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, lo studio di settore, giunto alla terza edizione, promosso da Federcongressi&eventi e realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ASERI, che fa riferimento a 5.630 sedi per congressi ed eventi.

Il quadro positivo è confermato anche da altri due dati: la dimensione è passata dai 69 partecipanti medi per evento del 2014 ai 73 del 2016 e la durata da 1,2 giorni medi per evento del 2014 a 1,4 del 2016.

In particolare, gli eventi della durata superiore a un giorno hanno generato un numero di presenze in crescita del 23% rispetto al 2015 e hanno rappresentato circa l’11,5% del totale delle presenze nelle strutture alberghiere e similari in Italia nel 2016.

Sebbene l’associativo continui a rappresentare un segmento rilevante per il settore, nel 2016 aziende ed enti/istituzioni sono stati i promotori più attivi di eventi. Al primo posto si collocano le aziende le cui convention, lanci di prodotto e meeting rappresentano più della metà degli eventi organizzati dalle sedi del campione analizzato (56,5%), il 48,9% dei partecipanti totali e il 48% delle presenze. Al secondo posto ci sono le associazioni, con il 31,6% degli eventi, il 36,3% dei partecipanti totali e il 36,5% delle presenze. Terzo promotore sono gli enti e le istituzioni di tipo governativo, politico, sindacale e sociale: a loro si attribuisce l’11,9%% degli eventi, il 14,8% dei partecipanti e il 15,5% delle presenze.

Inoltre, benché la maggioranza dei congressi ed eventi (il 55,4%) continui ad avere una dimensione locale – cioè con partecipanti (relatori esclusi) provenienti prevalentemente dalla medesima regione della sede – arrivano segnali positivi di crescita dal mercato sia nazionale che internazionale. Gli eventi nazionali, con partecipanti principalmente da fuori regione, hanno aumentato il loro peso dal 30,1% del 2015 al 34,7% ed è aumentata anche la percentuale degli eventi internazionali passati dal 9,1% al 9,9%.

Il Nord si conferma come l’area geografica che polarizza eventi e congressi, nonostante il leggero decremento di eventi ospitati (-0,8%), dovuto probabilmente all’estinguersi dell’effetto Expo 2015. Al contrario, il Sud (con il 13,7% delle sedi) accresce il numero degli eventi ospitati dell’8,5% rispetto al 2015, venendo a rappresentare l’11,4% del totale.

Il 79,6% degli eventi si è svolta negli alberghi congressuali (con il 68,1% delle sedi), che hanno concentrato il 58,2% dei partecipanti ma hanno aumentato il peso percentuale in termini di partecipanti i centri congressi, che hanno concentrato il 3,2% degli eventi e il 10,8% dei partecipanti (9,6% nel 2015) e le sedi istituzionali, che hanno concentrato il 7,8% degli eventi e l’11,1% dei partecipanti (9,7% nel 2015). Le dimore storiche sono state utilizzate per ospitare il 2,7% degli eventi e sono la tipologia di sede che ha visto diminuire maggiormente il numero di eventi (-18,3%) rispetto al 2015.

Per quanto riguarda l’andamento futuro, la metà delle sedi prevede che nel 2017 il fatturato complessivo rimarrà invariato, ma un considerevole 40% è ancora più positivo ritenendolo in crescita. I più ottimisti sono gli alberghi congressuali, i centri congressi e gli spazi non convenzionali. Per essere più competitive sul mercato e per attrarre gli eventi e i congressi più della metà delle sedi, il 52,7%, è intenzionata a investire: il 61% stanzierà budget in tecnologie, il 47% in infrastrutture e servizi, il 42,8% in strutture e il 19,5% in risorse umane.

“L’edizione 2016 dell’OICE indica come il nostro sia un settore di grande importanza per lo sviluppo economico del paese”, commenta la presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli.

 

 

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