venerdì, 26 Aprile 2024

Avatar e metaverso, quando il viaggio diventa virtuale

Viaggiare comodi da casa: presto lo si potrà fare attraverso il metaverso, la realtà virtuale condivisa che consente di visitare luoghi attraverso il proprio avatar. “Si parla già di ‘travel-portation’ (crasi tra i termini ‘travel’ e ‘teletrasportation’) strizzando l’occhio all’utopia di un teletrasporto possibile attraverso il metaverso” ha spiegato Giulia Ferrari, responsabile del coordinamento aziendale in Balich Wonder Studio, società che offre forme di intrattenimento integrato fisico-digitale, nel corso di un convegno alla Bit.

“Anche nell’industria del turismo ci sono alcune realtà che si stanno muovendo in questa direzione” ha notato. Come ad esempio Ana Holdings, la società giapponese che propone una piattaforma digitale alla quale diversi paesi del mondo possono aderire per offrire esperienze di viaggio digitale attraverso i visori; oppure Seoul Metaverse, una città virtuale nella quale la capitale sudcoreana ha investito oltre 3 milioni di dollari, in cui è possibile tramite il proprio avatar fare una passeggiata, visitare monumenti o persino svolgere pratiche burocratiche negli uffici comunali.

Una tendenza alimentata dall’emergenza Covid: “Durante la pandemia è esploso il mondo delle piattaforme in cui si vive attraverso un avatar” ha evidenziato Francesco Oggiaro, giornalista digitale. Il metaverso, ha spiegato, “sarà qualcosa di aperto, decentralizzato e accessibile a tutti”, un campo in cui “vincerà chi saprà far vivere emozioni agli utenti”.

Davide Rapp, architetto e regista, ha creato un’esperienza immersiva di visita alle cascate di Monte Gelato, a pochi passi da Roma, in concorso alla 78esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, “senza averle mai visitate dal vivo” come ha spiegato lui stesso. Eppure, secondo Rapp, questo non sostituirà le esperienze fisiche: “Il viaggio reale deve essere ancora qualcosa da promuovere”.

Per Gianvito Fanelli, designer e autore per il dipartimento per la trasformazione digitale del ministero, molto si può fare lavorando non solo sull’offerta, ma anche sul ricordo: “Bisogna capire qual è il modo di rievocare una memoria, rivivere un’esperienza, tornare in un luogo. O magari visitare dei posti che non ci sono più, ad esempio a causa di una guerra. C’è molto lavoro da fare, ma i progetti già in corso ci mostrano quello che prima o poi arriverà” ha concluso.

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