giovedì, 2 Maggio 2024

Brambilla, ultimatum a Tunisi: stop a sbarchi, turismo in crisi

Se rispetteranno accordi, ci impegneremo a promuovere la destinazione nordafricana

"Siamo pronti a fare la nostra parte per aiutare la Tunisia a creare le condizioni per la ripresa del turismo, ma solo dopo che avremo verificato il totale rispetto degli accordi presi dal loro governo con il nostro".  E' quanto afferma il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.
"I continui sbarchi di clandestini tunisini verso l'Italia, e in particolare verso l'isola di Lampedusa, – continua il ministro Brambilla – hanno già arrecato un serio danno non solo alla popolazione residente ma all'intero turismo siciliano e nazionale. E' quindi nostra intenzione dare la priorità al sostegno delle imprese italiane e all'economia dei territori. Stiamo lavorando a un piano straordinario di sostegno al turismo di Lampedusa e della Sicilia che, anche grazie al clima mite della Regione, potrà mantenere alta la stagione turistica fin verso l'autunno, consentendo di recuperare la perdita subita con la cancellazione della prenotazioni di questi giorni".
Allo stesso tempo, il ministro si dice pronto a sostenere l'economia turistica tunisina, che riceve dall'Italia un flusso di circa 450mila turisti l'anno con benefici per tutti i settori dell'economia locale: "Il governo potrà favorire la diffusione di una comunicazione positiva verso Paesi che, a causa della situazione del nord Africa e delle tensioni degli ultimi mesi, non esercitano al momento una grande attrattiva per i nostri connazionali. Tra le altre misure, è già stato predisposto dai nostri tour operator un piano che vede Egitto e Tunisia promossi in maniera congiunta. Sarà illustrato in occasione della borsa del Mediterraneo prevista a Napoli nei prossimi giorni, a dimostrazione della nostra solidarietà verso Paesi che hanno attraversato una fase difficile e ora hanno bisogno del nostro aiuto. Ma – ribadisce Brambilla – ripeto e voglio essere molto chiara: nel breve periodo misureremo nei fatti il rispetto degli accordi assunti dalla Tunisia e se, malauguratamente, gli interventi non corrispondessero a quanto garantito al nostro governo, anche per quanto riguarda i tempi di attuazione, si arresterà qualunque tipo di promozione della Tunisia da parte nostra".

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