Contro il turismo di massa servono idee, non pistole ad acqua
17 Giugno 2025, 12:51
Da Venezia a Barcellona, il 15 giugno l’Europa del Sud è scesa in piazza per dire basta all’overtourism. Da Barcellona a Lisbona, i manifestanti chiedono che le città non diventino alberghi, denunciando la trasformazione degli spazi urbani in luoghi esclusivamente turistici.
A Venezia, gli attivisti di OCIO (Osservatorio Civico Indipendente sulla Casa e la Residenzialità) hanno sfilato da Piazzale Roma al Tronchetto per protestare contro la costruzione di nuovi hotel, come due edifici del gruppo Hilton. In altri paesi sono state usate le pistole ad acqua contro i turisti.
“Non saranno le pistole ad acqua a fermare il turismo di massa. Servono soluzioni concrete, sistemiche e quotidiane”, interviene sul tema Elisabetta Faggiana, fondatrice e CEO di Unexpected Italy. “Noi ad esempio lavoriamo per proporre delle alternative reali, per far sì che quei flussi di denaro ed esperienze vengano redistribuiti su tutto il territorio nazionale”.
La startup italiana, nata proprio per contrastare il turismo di massa, da tempo lotta contro i veri responsabili dell’overtourism: la pigrizia e il guadagno facile. Le cause? La pigrizia del viaggiatore che per carenza di tempo o di voglia copia e incolla itinerari da Instagram o si affida ciecamente a guide turistiche clichè. La comodità dei tour operator che continuano a vendere le solite destinazioni già sature, perché la valorizzazione del territorio non è di loro competenza. Il profitto facile di influencer di viaggio assetati di like e di residenti che svuotano i centri storici per guadagnare il triplo affittando a turisti mordi-e-fuggi su grosse piattaforme online.
“Unexpected Italy propone un ribaltamento radicale del sistema: una tecnologia costruita non sulla viralità, ma sulla profondità”, dice Savio Losito, co-fondatore di Unexpected Italy. “Non sull’hype, ma sull’autenticità. Non ci interessa portare folle davanti a una bottega. Ci interessa portarci le persone giuste. Quelle che ascoltano, comprano, imparano, rispettano. Il nostro obiettivo? Che il viaggiatore arrivi da ospite e riparta da locale. Che non collezioni tappe, ma connessioni vere. Che non si limiti a “vedere l’Italia”, ma la attraversi con senso”.
La vicentina Elisabetta Faggiana e il barlettano Savio Losito da due anni lavorano da nomadi digitali, girando l’Italia per realizzare il loro progetto traveltech che ha come obiettivo offrire un’esperienza turistica che faccia sentire “locali” i viaggiatori. È una “Lonely Planet” 3.0 geolocalizzata e targetizzata, nella quale il viaggiatore ha accesso ad itinerari digitali che permettono di personalizzare il viaggio entrando in contatto diretto con posti unici e locali.
Ad oggi, girando fisicamente luogo per luogo, conoscendo ogni singola persona e realtà, hanno mappato 12 aree territoriali italiane: Barletta, Firenze, Genova, Macerata, Matera, Milano, Modena, Roma, Torino, Valle d’Itria, Venezia e Vicenza. Ci sono proposte di centinaia di luoghi “segreti”, ma anche di artigiani che accolgono i turisti, bed and breakfast e boutique hotel dove è come vivere a casa e ristoranti che fanno della qualità un mantra. L’elenco completo è sulla loro App, disponibile negli store.