venerdì, 26 Aprile 2024

Regioni chiedono stretta contro incubo chiusure

Rivedere le regole a partire da quelle sul green pass, con misure più severe per i non vaccinati, e spingere sulla terza dose il più rapidamente possibile: le Regioni insistono sulla necessità di un cambio di passo nella lotta al Covid e chiedono una “riflessione urgentissima” con il governo alla luce dell’aumento dei casi, per salvare il Natale ed evitare le restrizioni e chiusure previste per le zone gialle o arancioni.

Una richiesta che il governo si dice disponibile ad accogliere “a breve”, forse già lunedì, anche se la linea di palazzo Chigi al momento non cambia: le uniche misure sul tavolo sono l’estensione dell’obbligo della terza dose al personale sanitario e la riduzione della durata del certificato verde – da 12 a 9 mesi, anche se qualcuno vorrebbe ridurla a 6 -, provvedimenti che il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere nella riunione di giovedì prossimo.

Dalla Conferenza delle regioni non arriva una proposta concreta ma la linea è quella del ‘doppio binario per il pass già emersa nei giorni scorsi: un super green pass solo per i vaccinati e i guariti, per poter andare in ristoranti, cinema, teatri, musei, stadi o a sciare nelle regioni che cambieranno colore e uno, ottenibile anche con il tampone, per lavorare e per i servizi essenziali.

Ma intanto fonti dell’esecutivo ribadiscono che non ci saranno nell’immediato altri interventi, nonostante anche la Germania stia andando verso restrizioni più severe per i no vax. I motivi sono sempre gli stessi: bisogna guardare i numeri. E i dati italiani dicono che nessuna regione dovrebbe passare nelle prossime ore in giallo e che un un anno fa c’erano 34.282 casi e 753 morti mentre oggi sono 10.638 i casi e 69 le vittime. Non solo, sempre un anno fa erano 3.670 le terapie intensive rispetto alle 503 di oggi. Ed ecco perché al momento non è stato chiesto alcun parere al Cts, che questa settimana neanche si riunirà, ed ecco perché altri interventi non sono per ora sul tavolo.

Questo non significa però che anche dalle parti di palazzo Chigi non si sia acceso un campanello d’allarme e sono gli stessi esponenti del governo a sottolinearlo – chiedendo “misure più rigorose” e “restrizioni per i non vaccinati” – dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini alla ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti fino al sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Un’ipotesi per il futuro, lo chiedono i deputati del Pd, potrebbe essere quella di una stretta sugli ingressi dall’estero, soprattutto dai paesi dove i contagi sono schizzati ma per ora la questione non è sul tavolo. Si vedrà. Ma saranno sempre i numeri a dare la linea.

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