Durata del green pass ridotta a 6 mesi, booster quattro mesi dopo la seconda dose, tamponi anche ai vaccinati per i grandi eventi, a partire dalle feste di Capodanno, ritorno allo smart working. E, soprattutto, la vaccinazione obbligatoria per altre categorie di lavoratori fino alla possibilità di estendere il super green pass in tutti i luoghi di lavoro. Questi i temi affrontati nel corso della riunione di cabina di regia, terminata dopo due ore a palazzo Chigi, per fare il punto sulla situazione epidemiologica e per valutare le nuove misure utili a fermare i contagi – anche in vista delle feste di Natale – sull’onda della variante Omicron. Alle 17 è previsto il Cdm per le nuove norme.
Ecco il pacchetto di misure a cui sta lavorando il governo che andrà ad intervenire su una serie di ambiti.
MASCHERINE: Un punto sul quale c’è sostanziale accordo tra le forze politiche, anche perché molte regioni si sono già mosse da sole, è l’obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca. Ma Draghi dice qualcosa in più: si sta ragionando di imporre l’uso della Ffp2 per tutti i luoghi chiusi, dunque nei posti di lavoro, sui mezzi pubblici ma anche in cinema, teatri e ristoranti.
GREEN PASS E BOOSTER A 4 MESI: Accordo c’è anche su una nuova riduzione della durata del green pass: varrà 6 mesi. Una decisione strettamente collegata a quella che arriverà dall’Aifa nelle prossime ore: l’anticipo del booster da 5 a 4 mesi e l’estensione della terza dose anche ai 12-18enni. Il certificato, sottolinea Draghi “è diventato un po’ enfaticamente uno strumento di libertà” e, invece, bisogna fare i conti con il calo della protezione dei vaccini dopo 6 mesi.
OBBLIGO VACCINO E SMARTWORKING: Il premier sembra invece escludere uno dei temi più controversi, l’obbligo di vaccino per tutti, che però “resta sullo sfondo”. Ma allo stesso tempo fa capire che ci sarà l’estensione ad altre categorie “in tempi brevissimi” e che si tornerà ad un uso massiccio dello smart working. Quali siano le categorie, spiegano fonti di governo, saranno i risultati della flash survey ad indicarlo. Se la prevalenza di Omicron è sopra il 20% è probabile che l’obbligo possa scattare in tutti i luoghi di lavoro. Con percentuali inferiori, invece, potrebbe essere esteso a chi lavora a contatto con il pubblico o a tutti i dipendenti pubblici. Ma sul tavolo c’è anche un’ipotesi molto forte: estendere il super green pass a tutti i luoghi di lavoro per ‘recuperare’ quei 2,3 milioni di italiani tra i 40 anni e l’età pensionabile che non sono vaccinati.
TAMPONE PER LE FESTE DI CAPODANNO: Draghi conferma poi che il governo vuole intervenire anche sui tamponi. E ne spiega il motivo. “Nel green pass c’è un periodo in cui la protezione delle prime due dosi decresce rapidamente e la terza non è ancora stata fatta. E in quel periodo può essere utile fare un tampone”. Dunque chi vorrà partecipare ai veglioni di capodanno o andare in discoteca dovrà fare il tampone se non ha fatto il booster. E non è escluso, neanche da Draghi, che potrà farli gratuitamente come chiedono diverse forze politiche, per non penalizzare chi ha seguito le indicazioni del governo. Ma sul tavolo del Cdm potrebbe esserci un’altra opzione: l’esclusione dei tamponi antigenici per ottenere il green pass. “C’è molta apertura, ne discuteremo domani” afferma Draghi. Si tratta in ogni caso di un tema molto problematico, perché andrebbe ad impattare su diversi ambiti e in primis sul mondo del lavoro.
ALTRE 4 REGIONI VERSO IL GIALLO: Le prossime ore saranno decisive anche per i cambi di colore: i dati sulle ospedalizzazioni dicono che a Capodanno altre regioni potrebbero aggiungersi alle 5 e alle due province autonome già in giallo. Il Piemonte ha già tutti i parametri per il cambio di fascia ma rischiano pure Lazio, Lombardia e Sicilia. E se non si arrestano i contagi, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e Calabria a gennaio potrebbe passare in arancione.