Confermiamo la disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine, per rendere più sicure le nostre città. Ma è necessario emendare la norma, per evitare di arrecare disagi ai turisti e per non imporre alle imprese adempimenti impossibili da realizzare. Questa la linea portata avanti da Federalberghi nel corso dell’audizione alle Commissioni I e II della Camera dei Deputati sul decreto “sicurezza bis” che si è svolta oggi e che ha riguardato la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr’ore successive all’arrivo dei clienti, ai sensi dell’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
In particolare, l’attenzione si è concentrata sull’articolo 5 del decreto-legge, che riduce sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che – nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle ventiquattro ore – essa debba avvenire “con immediatezza”.
“Sino ad oggi – spiega il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara – gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto”.
Federalberghi quindi propone di emendare l’articolo 5 del decreto-legge “definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro ed univoco, entro il quale effettuare la comunicazione e consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del Ministero dell’Interno”.
Nucara ha concluso il proprio intervento chiedendo “di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa, per dare al Ministero dell’Interno il tempo necessario per aggiornare le procedure di acquisizione telematica dei dati e consentire il collegamento diretto ed automatico tra il cervellone del Viminale e gli alberghi”.
L’obbligo di comunicazione alle Questure riguarda anche gli alloggi non convenzionali, inclusi quelli destinati alle cosiddette locazioni brevi.
Non sono disponibili informazioni ufficiali sul numero di soggetti che trasmettono alle Questure i dati sui clienti alloggiati e sul numero di comunicazioni che il Ministero dell’Interno riceve ogni anno riceve. Considerato che il nuovo sistema prevede che venga effettuata una comunicazione per ogni arrivo, è atteso un totale di oltre 250 milioni di comunicazioni ogni anno.